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LA GENESI, I miracoli e le predizioni secondo lo Spiritismo > Le Predizioni > Capitolo XVII - PREDIZIONI DEL VANGELO > La rovina del tempio e di Gerusalemme
La rovina del tempio e di Gerusalemme
15. Mentre Gesù usciva dal
tempio e se ne andava, i suoi discepoli gli si avvicinarono per fargli
osservare gli edifici del tempio. Ma egli rispose loro: "Vedete tutte
queste cose? Io vi dico in verità: Non sarà lasciata qui pietra su
pietra che non sia diroccata". (Matteo 24:1-2)
16. Quando fu vicino,
vedendo la città, pianse su di essa, dicendo: "Oh se tu sapessi, almeno
oggi, ciò che occorre per la tua pace! Ma ora è nascosto ai tuoi occhi.
Poiché verranno su di te dei giorni nei quali i tuoi nemici ti faranno
attorno delle trincee, ti accerchieranno e ti stringeranno da ogni
parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in
te pietra su pietra, perché tu non hai conosciuto il tempo nel quale sei
stata visitata". (Luca 19:41-44)
17. “Mabisogna che io cammini oggi, domani e dopodomani, perché non può essere che un profeta muoia fuori di Gerusalemme.
Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa sta per esservi lasciata deserta. Io vi dico che non mi vedrete più, fino al giorno in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!” (Luca 13:33-35)
Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa sta per esservi lasciata deserta. Io vi dico che non mi vedrete più, fino al giorno in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!” (Luca 13:33-35)
18. Quando vedrete
Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua
devastazione è vicina. Allora quelli che sono in Giudea ; fuggano sui
monti; e quelli che sono in città, se ne allontanino; e quelli che sono
nella campagna non entrino nella città. Perché quelli sono giorni di
vendetta, affinché si adempia tutto quello che è stato scritto. Guai
alle donne che saranno incinte, e a quelle che allatteranno in quei
giorni! Perché vi sarà grande calamità nel paese e ira su questo popolo.
Cadranno sotto il taglio della spada, e saranno condotti prigionieri
fra tutti i popoli; e Gerusalemme sarà calpestata dai popoli, finché i
tempi delle nazioni siano compiuti. (Luca 21:20-24)
19. (Gesù in cammino verso il supplizio). Lo
seguiva una gran folla di popolo e di donne che facevano cordoglio e
lamento per lui. Ma Gesù, voltatosi verso di loro, disse: "Figlie di
Gerusalemme, non piangete per me, ma piangete per voi stesse e per i
vostri figli. Perché, ecco, i giorni vengono nei quali si dirà: ‘Beate
le sterili, i grembi che non hanno partorito e le mammelle che non hanno
allattato’. Allora cominceranno a dire ai monti:‘Cadeteci addosso’; e ai colli: ‘Copriteci’. Perché se fanno questo al legno verde, che cosa sarà fatto al secco?" (Luca 23:27-31)
20. La facoltà di presentire
le cose future è uno degli attributi dell'anima e si spiega attraverso
la teoria della prescienza. Gesù la possedeva a un grado elevatissimo,
come tutte le altre sue facoltà. Egli ha dunque potuto prevedere gli
avvenimenti che sarebbero seguiti alla sua morte senza che in questo
fatto vi sia nulla di soprannaturale, poiché lo vediamo riprodursi sotto
i nostri occhi nelle situazioni più comuni. Non è raro il caso di
individui che annunciano con precisione l'istante della loro morte.
Avviene, infatti, che la loro anima, nello stato di liberazione, è come
l'uomo della montagna (cap. XVI, n. 1): abbraccia la strada da
percorrere e ne vede il termine.
21. Tanto più doveva essere
così per Gesù, il quale, avendo coscienza della missione che veniva a
compiere, sapeva che la morte mediante il supplizio ne sarebbe stata la
necessaria conseguenza. La vista spirituale, che in lui era permanente,
così come la penetrazione del pensiero, doveva mostrargliene le
circostanze e il periodo fatale. Per la medesima ragione, egli poteva
prevedere la rovina del tempio e quella di Gerusalemme, le disgrazie che
stavano per colpire i suoi abitanti, e la dispersione degli Ebrei.