LA GENESI, I miracoli e le predizioni secondo lo Spiritismo

Allan Kardec

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54. Non esiste alcuna scienza che sia uscita di sana pianta dal cervello di un uomo. Tutte, senza eccezione, sono il prodotto di osservazioni successive che si basano su osservazioni precedenti, come da un punto conosciuto per arrivare a quello sconosciuto. È così che gli Spiriti hanno proceduto per lo Spiritismo; è per questo che il loro insegnamento è graduale. Essi affrontano le questioni soltanto via via che i principi sui quali essi devono posarsi sono stati sufficientemente elaborati e quando l'opinione è matura per assimilarle. Bisogna anche notare che tutte le volte che particolari centri hanno voluto affrontare prematuramente delle questioni, hanno soltanto ottenuto delle risposte contraddittorie e inconcludenti. Quando, al contrario, il momento favorevole è giunto, l'insegnamento si diffonde e si unifica nella quasi universalità dei centri.

C'è, tuttavia, tra il progresso dello Spiritismo e quello delle scienze una differenza capitale. Il fatto è che le scienze hanno raggiunto il punto dove sono arrivate soltanto dopo lunghi intervalli, mentre allo Spiritismo sono stati sufficienti alcuni anni, per raggiungere se non proprio il punto culminante, per raccogliere almeno una quantità di osservazioni abbastanza grande da poter costituire una dottrina. Ciò dipende dalla innumerevole moltitudine di Spiriti che, per volontà di Dio, si sono manifestati simultaneamente, portando ciascuno il contributo delle sue conoscenze. Ne è risultato che tutte le parti della dottrina, invece di venire elaborate successivamente durante parecchi secoli, lo sono state pressappoco simultaneamente in pochi anni, ed è bastato poi raggrupparle per farne un tutt'uno.

Dio ha voluto che fosse così, prima di tutto perché si arrivasse al tetto dell'edificio più rapidamente, in secondo luogo, perché si potesse, attraverso la comparazione, avere un controllo per così dire immediato e permanente nell'universalità dell'insegnamento, avendo ogni sua parte valore e autorità solo attraverso la sua connessione con l'insieme, e, dovendo tutte le parti armonizzare tra loro, trovare il loro posto nello schedario generale e arrivare ciascuna a suo tempo.

Non affidando a un solo Spirito il compito della promulgazione della dottrina, Dio ha voluto, inoltre, che il più piccolo come il più grande, fra gli Spiriti come fra gli uomini, apportasse la sua pietra all'edificio, al fine di stabilire fra loro un legame cooperativo di solidarietà, legame che è mancato a tutte le dottrine provenienti da un'unica sorgente.

D'altronde, ogni Spirito, così come ogni uomo, non possiede che un bagaglio limitato di conoscenze, ragion per cui gli Spiriti, individualmente, sarebbero stati inabili a trattare in modo esauriente e con competenza le innumerevoli questioni riguardo allo Spiritismo. Ecco perché, allo stesso modo, la dottrina, in ottemperanza ai disegni del Creatore, non poteva essere l'opera né di un solo Spirito né di un solo medium. Essa poteva nascere soltanto dalla collettività dei lavori controllati gli uni dagli altri. [7]

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[7] Vedere ne Il Vangelo secondo lo Spiritismo, "Introduzione" pp. 18-19. Vedere anche Rivista Spiritista, aprile 1864, p. 90, "Autorità della dottrina spiritista; controllo universale dell'insegnamento degli Spiriti".
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