23. Se si considera
l'umanità al suo livello più infimo della scala intellettiva, presso i
più arretrati selvaggi, ci si chiede se è qui il punto di partenza
dell'anima umana.
Secondo l'opinione di alcuni filosofi
spiritualisti, il principio intelligente, distinto dal principio
materiale, s'individualizza e si elabora, passando attraverso i vari
gradi dell'animalità. È qui che l'anima si prepara alla vita e sviluppa
le sue prime facoltà attraverso l'esercizio; questo sarebbe, per così
dire, il suo periodo d'incubazione. Giunta al grado di sviluppo che
questo stato comporta, essa riceve le facoltà speciali che costituiscono
l'anima umana. Ci sarebbe così una filiazione spirituale dall'animale
all'uomo, come c'è una filiazione corporale.
Questo sistema,
fondato sulla grande legge di unità che presiede alla creazione,
corrisponde — bisogna convenirne — alla giustizia e alla bontà del
Creatore. Egli dà una via d'uscita, uno scopo, una destinazione agli
animali, i quali non sono più degli esseri diseredati, poiché trovano,
nell'avvenire che è loro riservato, una compensazione alle loro
sofferenze. Ciò che costituisce l'uomo spirituale non è la sua origine,
ma sono gli attributi speciali di cui egli è dotato al suo ingresso
nell'umanità, attributi che lo trasformano, rendendolo un essere
distinto, come un frutto pieno di sapore è ben diverso dalla radice
amara che gli ha dato origine. Per essere passato attraverso la filiera
dell'animalità, l'uomo non sarebbe per questo meno uomo; né sarebbe più
animale di quanto il frutto non sia radice, così come lo scienziato non è
l'informe feto che ha debuttato nel mondo.
Ma questo sistema
solleva numerose questioni i cui pro e contro non è opportuno discutere
qui, non più di quanto sia opportuno esaminare qui le differenti
ipotesi che sono state fatte su questo argomento. Senza, dunque,
ricercare l'origine dell'anima e le filiere attraverso le quali è dovuta
passare, noi la prendiamo al suo ingresso nell'umanità, al punto in cui, dotata del senso morale e del libero arbitrio, essa si imbatte nella responsabilità dei suoi atti.