LA GENESI, I miracoli e le predizioni secondo lo Spiritismo

Allan Kardec

Torna al menu
14. Un'altra ipotesi, che del resto si lega perfettamente all'idea dell'unità di principio, nasce dal carattere essenzialmente preveggente dell'istinto, e concorda con quanto lo Spiritismo ci insegna, affrontando i rapporti che intercorrono tra mondo spirituale e mondo corporale.

Sappiamo, adesso, che Spiriti disincarnati hanno per missione di vegliare sugli incarnati, di cui sono i protettori e le guide. Sappiamo, adesso, che li circondano dei loro effluvi fluidici, e che l'uomo agisce spesso in modo inconscio, sotto l'azione di questi effluvi.

Sappiamo, inoltre, che l'istinto, il quale produce lui stesso degli atti inconsci, predomina sui bambini e, in generale, sugli essere la cui ragione è debole. Orbene, secondo questa ipotesi l'istinto non sarebbe un attributo né dell'anima né della materia; non apparterrebbe propriamente all'essere vivente, ma sarebbe un effetto dell'azione diretta dei protettori invisibili, i quali supplirebbero all'imperfezione dell'intelligenza, provocando essi stessi gli atti inconsci necessari alla conservazione dell'essere. Ciò assomiglierebbe un po' all'uso delle briglie per bambini, per sostenerli quando ancora non sanno camminare. Ma, allo stesso modo con cui gradualmente si elimina l'uso delle briglie, via via che il bambino si sostiene da solo, così gli Spiriti protettori lasciano a sé stessi i loro protetti nella misura in cui questi sono in grado di lasciarsi guidare dalla loro stessa intelligenza.

Così l'istinto, lungi dall'essere il prodotto di una intelligenza rudimentale e incompleta, lo sarebbe di una intelligenza estranea nel pieno della sua forza. Si tratterebbe, cioè, di un'intelligenza protettrice, suppletiva dell'insufficienza, sia di una intelligenza più giovane — che essa spingerebbe a fare inconsciamente, per il suo stesso bene, ciò che è ancora incapace di fare da sola —, sia di una intelligenza matura, ma momentaneamente ostacolata nell'uso delle sue facoltà, come accade nell'uomo durante l'infanzia e nei casi di idiozia e di affezioni mentali.

Proverbialmente si dice che c'è un dio per i bambini, per i folli e per gli ubriachi. Tale detto è più vero di quanto non si creda; questo dio altri non è che lo Spirito protettore che veglia sull'essere incapace di proteggersi con la sua stessa ragione.