13. Secondo altri sistemi,
l'istinto e l'intelligenza avrebbero uno stesso e solo principio. Giunto
a un certo grado di sviluppo, questo principio, che dapprima non
avrebbe avuto che le qualità dell'istinto, subirebbe una trasformazione,
la quale gli donerebbe le qualità dell'intelligenza libera.
Se così fosse, nell'uomo intelligente che perde la ragione e che è
guidato solo dall'istinto, l'intelligenza ritornerebbe al suo stato
primitivo; e quando egli recupera la ragione, l'istinto ritornerebbe
intelligenza, e così alternativamente a ogni accesso, la qual cosa non è
ammissibile.
D'altronde, l'intelligenza e l'istinto si
mostrano spesso simultaneamente nel medesimo atto. Nel camminare, per
esempio, il movimento delle gambe è istintivo; l'uomo mette un piede
davanti all'altro macchinalmente, senza pensarci. Ma quando vuole
accelerare o rallentare il passo, sollevare un piede o deviare, per
evitare un ostacolo, allora v'è calcolo e combinazione: egli agisce con
deliberato proposito. L'impulso involontario del movimento è l'atto istintivo; la direzione calcolata del movimento è l'atto intelligente. L'animale
carnivoro è spinto dall'istinto a nutrirsi di carne; ma le precauzioni
che prende e che varia, a seconda delle circostanze, per afferrare la
preda, e la sua previsione dell'eventualità sono atti dell'intelligenza.