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Capitolo II - IL MERAVIGLIOSO E IL SOPRANNATURALE
7.Se la credenza negli
Spiriti e nelle loro manifestazioni rappresentasse un concetto isolato,
il prodotto cioè di un sistema, essa potrebbe, con qualche parvenza di
ragione, essere sospettata d'illusione. Ma che ci venga chiarito perché
questa credenza si ritrova tanto viva presso tutti i popoli antichi e
moderni e, nei libri sacri di tutte le religioni conosciute. Ciò
avviene, dicono alcuni critici, perché in ogni tempo l'uomo ha amato il
meraviglioso. Che cosa è, dunque, il meraviglioso, secondo voi? Ciò che è
soprannaturale. Che cosa intendete voi per soprannaturale? Ciò che è
contrario alle leggi della natura. Voi dunque conoscete talmente bene
queste leggi che vi è possibile assegnare un limite alla potenza di Dio?
Ebbene, dimostrate allora che l'esistenza degli Spiriti, con le loro
manifestazioni, è contraria alle leggi della natura; che essa non è né
può essere una di queste leggi. Seguite la Dottrina Spiritista e vedete
voi se questo concatenamento non presenta tutte le caratteristiche d'una
legge ammirevole, la quale risolve tutto ciò che le leggi filosofiche
non hanno finora potuto risolvere. Il pensiero è uno degli attributi
dello Spirito. La possibilità di agire sulla materia, di esercitare
impressioni sui nostri sensi, e di trasmettere in seguito il suo
pensiero, risulta — se così è consentito esprimerci — dalla sua
costituzione fisiologica; quindi non c'è in questo fatto niente di
soprannaturale, niente di meraviglioso. Che un uomo morto, e ben morto,
torni a vivere fisicamente, che le sue membra disperse tornino a
riunirsi per formare di nuovo il suo corpo, ecco qualcosa di
meraviglioso, di soprannaturale, di fantastico! Ma questa sarebbe una
vera eccezione che Dio non potrebbe compiere se non attraverso un
miracolo. E niente di simile si trova nella Dottrina Spiritista.
8. Tuttavia, si dirà, voi
ammettete che uno Spirito può sollevare un tavolo e mantenerlo nello
spazio senza alcun punto d'appoggio. Non è forse questa una deroga alla
legge di gravità? Sì, alla legge finora conosciuta. Ma la natura ha
forse detta la sua ultima parola? Prima che fosse sperimentata la forza
ascensionale di certi gas, chi avrebbe mai detto che una pesante
macchina, che trasportava parecchi uomini, avrebbe potuto prevalere
sulla forza d'attrazione? Agli occhi del volgo questo non doveva
sembrare meraviglioso, diabolico? Chi, un secolo fa, avesse proposto di
trasmettere un dispaccio a 500 leghe di distanza, e di riuscire a
riceverne la risposta entro alcuni minuti, sarebbe passato per pazzo. Se
fosse poi riuscito a fare una tal cosa, si sarebbe creduto ch'egli
avesse ai suoi ordini il diavolo, perché a quell'epoca solo il diavolo
sarebbe stato capace di andare così veloce. Perché dunque non ipotizzare
che un fluido sconosciuto potrebbe avere la proprietà, in determinate
circostanze, di controbilanciare l'effetto della gravità, proprio come
l'idrogeno controbilancia il peso del pallone? Questo, lo osserviamo di
passaggio, è una comparazione — e non una similitudine — fatta
unicamente per dimostrare, attraverso un'analogia, che il fenomeno non è
fisicamente impossibile. Ora — precisamente quando gli scienziati,
durante l'osservazione di questa sorta di fenomeni, hanno voluto
procedere per via di similitudine — è avvenuto che abbiano deviato. Del
resto il fatto è là. Tutte le negazioni possibili non potranno far sì
che esso non esista, perché negare non significa provare. Dal canto
nostro non c'è nulla di soprannaturale. Ed è tutto quello che, al
riguardo, noi possiamo dire per il momento.
9. Se il fatto — si dirà — è
comprovato, noi lo accettiamo; accettiamo la causa stessa che voi
volete attribuirgli, quella cioè di un fluido sconosciuto. Ma chi ci
dimostra l'intervento degli Spiriti? È in ciò che sta il meraviglioso,
il soprannaturale.
Occorrerebbe qui una dimostrazione completa, che sarebbe però fuori posto e che d'altra parte costituirebbe una ripetizione, perché essa viene fuori da tutte le altre parti dell'insegnamento. Tuttavia, per riassumerla in poche parole, diremo che essa è fondata, in teoria, su questo principio: ogni effetto intelligente deve avere una causa intelligente. In pratica diremo poi, sulla base di questa osservazione, che i fenomeni detti spiritisti, avendo dato delle prove d'intelligenza, dovevano avere la loro causa al di fuori della materia; che, non essendo questa intelligenza quella degli astanti — è, questo, un risultato dell'esperienza —, essa doveva trovarsi al di fuori di essi; che, infine, poiché non si vedeva l'essere che agiva, doveva dunque trattarsi di un essere invisibile. È allora che di osservazione in osservazione si è arrivati a riconoscere che questo essere invisibile, al quale si è dato il nome di Spirito, altro non è che l'anima di quelli che vissero corporalmente e che la morte ha spogliato del loro grossolano involucro visibile, non lasciando loro che un involucro etereo, invisibile nel suo stato normale. Ecco, dunque, il meraviglioso e il soprannaturale ridotti alla loro più semplice espressione. Una volta costatata l'esistenza di esseri invisibili, la loro azione sulla materia dipende dalla natura del loro involucro fluidico. Quest'azione è intelligente, perché morendo essi hanno perduto soltanto il loro corpo, ma hanno conservato l'intelligenza che è la loro essenza. Qui sta la chiave di tutti questi fenomeni, a torto considerati soprannaturali. L'esistenza degli Spiriti, dunque, non è affatto un sistema preconcetto, un'ipotesi escogitata per spiegare i fatti. È invece un risultato dell'osservazione e la conseguenza naturale dell'esistenza dell'anima; negare questa causa è come negare l'anima e i suoi attributi. Quanti pensassero di poter dare di questi effetti intelligenti una soluzione più razionale, potendo soprattutto render ragione di tutti i fatti, facciano pure, e allora potrà discutersi il merito di ciascuna.
Occorrerebbe qui una dimostrazione completa, che sarebbe però fuori posto e che d'altra parte costituirebbe una ripetizione, perché essa viene fuori da tutte le altre parti dell'insegnamento. Tuttavia, per riassumerla in poche parole, diremo che essa è fondata, in teoria, su questo principio: ogni effetto intelligente deve avere una causa intelligente. In pratica diremo poi, sulla base di questa osservazione, che i fenomeni detti spiritisti, avendo dato delle prove d'intelligenza, dovevano avere la loro causa al di fuori della materia; che, non essendo questa intelligenza quella degli astanti — è, questo, un risultato dell'esperienza —, essa doveva trovarsi al di fuori di essi; che, infine, poiché non si vedeva l'essere che agiva, doveva dunque trattarsi di un essere invisibile. È allora che di osservazione in osservazione si è arrivati a riconoscere che questo essere invisibile, al quale si è dato il nome di Spirito, altro non è che l'anima di quelli che vissero corporalmente e che la morte ha spogliato del loro grossolano involucro visibile, non lasciando loro che un involucro etereo, invisibile nel suo stato normale. Ecco, dunque, il meraviglioso e il soprannaturale ridotti alla loro più semplice espressione. Una volta costatata l'esistenza di esseri invisibili, la loro azione sulla materia dipende dalla natura del loro involucro fluidico. Quest'azione è intelligente, perché morendo essi hanno perduto soltanto il loro corpo, ma hanno conservato l'intelligenza che è la loro essenza. Qui sta la chiave di tutti questi fenomeni, a torto considerati soprannaturali. L'esistenza degli Spiriti, dunque, non è affatto un sistema preconcetto, un'ipotesi escogitata per spiegare i fatti. È invece un risultato dell'osservazione e la conseguenza naturale dell'esistenza dell'anima; negare questa causa è come negare l'anima e i suoi attributi. Quanti pensassero di poter dare di questi effetti intelligenti una soluzione più razionale, potendo soprattutto render ragione di tutti i fatti, facciano pure, e allora potrà discutersi il merito di ciascuna.
10. Agli occhi di coloro che stimano la materia come la sola potenza della natura, tutto ciò che non può essere spiegato attraverso le leggi della materia è meraviglioso e soprannaturale e, per costoro, meraviglioso è sinonimo di superstizione. Se
così fosse, la religione, fondata sull'esistenza di un principio
immateriale, sarebbe un complesso di superstizioni. Essi non osano dirlo
ad alta voce, ma a voce bassa lo dicono, e credono di salvare le
apparenze, concedendo che di una religione v'è bisogno, per il popolo e
per far sì che i bambini siano buoni. Ora delle due cose l'una: o il
principio religioso è vero o è falso. Se è vero, lo è per tutti, se è
falso non ha certo maggior valore per gli ignoranti di quanto non ne
abbia per gli illuminati.
11. Quelli che attaccano lo
Spiritismo, in nome del meraviglioso, si appoggiano dunque,
generalmente, sul principio materialista, poiché negando ogni effetto
extra materiale essi negano, per questa stessa ragione, l'esistenza
dell'anima. Sondate a fondo il loro pensiero, scrutate bene il senso
delle loro parole, e voi vedrete quasi sempre questo principio, quando
non sia categoricamente formulato, spuntare sotto le apparenze d'una
pretesa filosofica razionale con cui essi lo coprono. Lanciando sul
conto del meraviglioso tutto ciò che proviene dall'esistenza dell'anima,
essi sono dunque coerenti con se stessi; non ammettendo la causa, essi
non possono ammetterne gli effetti. Da ciò nasce in loro un'opinione
preconcetta che li rende inadeguati a giudicare rettamente lo
Spiritismo, poiché partono dal principio della negazione di tutto ciò
che non è materiale.
Quanto a noi, per il fatto che ammettiamo tutti gli effetti che sono la conseguenza dell'esistenza dell'anima, ne consegue forse che accettiamo tutti i fatti stimati meravigliosi? Che siamo forse i campioni di tutti i sognatori, gli adepti di tutte le utopie, di tutte le eccentricità sistematiche? Si dovrebbe conoscere ben poco lo Spiritismo per pensarlo. Ma i nostri avversari, per fortuna, non guardano troppo per il sottile; la necessità di conoscere ciò di cui parlano è il minimo dei loro crucci.
Secondo loro, il meraviglioso è assurdo. Ora, lo Spiritismo poggia su fatti meravigliosi, quindi lo Spiritismo è assurdo: questo è per loro un giudizio senza appello. Essi credono di opporre un argomento inconfutabile allorché, dopo aver fatto erudite ricerche sui convulsionari di san Medardo, sui camisardi delle Cevenne o sulle religiose di Londun, sono arrivati a scoprirne evidenti fatti di frode, che nessuno contesta. Ma queste storie sono forse il vangelo dello Spiritismo? Hanno mai i sostenitori dello Spiritismo negato che il ciarlatanismo abbia utilizzato certi fatti a suo profitto, che l'immaginazione ne abbia creati, che il fanatismo moltissimi ne abbia esagerati? Lo Spiritismo non è maggiormente responsabile delle stravaganze che si possono commettere in suo nome, di quanto non lo sia la vera scienza degli abusi dell'ignoranza, né la vera religione degli eccessi di fanatismo. Molti critici giudicano lo Spiritismo solo sulla base dei racconti delle fate e delle leggende popolari che ne sono le finzioni. Altrettanto varrebbe allora giudicare la storia sulla base dei romanzi storici o delle tragedie.
Quanto a noi, per il fatto che ammettiamo tutti gli effetti che sono la conseguenza dell'esistenza dell'anima, ne consegue forse che accettiamo tutti i fatti stimati meravigliosi? Che siamo forse i campioni di tutti i sognatori, gli adepti di tutte le utopie, di tutte le eccentricità sistematiche? Si dovrebbe conoscere ben poco lo Spiritismo per pensarlo. Ma i nostri avversari, per fortuna, non guardano troppo per il sottile; la necessità di conoscere ciò di cui parlano è il minimo dei loro crucci.
Secondo loro, il meraviglioso è assurdo. Ora, lo Spiritismo poggia su fatti meravigliosi, quindi lo Spiritismo è assurdo: questo è per loro un giudizio senza appello. Essi credono di opporre un argomento inconfutabile allorché, dopo aver fatto erudite ricerche sui convulsionari di san Medardo, sui camisardi delle Cevenne o sulle religiose di Londun, sono arrivati a scoprirne evidenti fatti di frode, che nessuno contesta. Ma queste storie sono forse il vangelo dello Spiritismo? Hanno mai i sostenitori dello Spiritismo negato che il ciarlatanismo abbia utilizzato certi fatti a suo profitto, che l'immaginazione ne abbia creati, che il fanatismo moltissimi ne abbia esagerati? Lo Spiritismo non è maggiormente responsabile delle stravaganze che si possono commettere in suo nome, di quanto non lo sia la vera scienza degli abusi dell'ignoranza, né la vera religione degli eccessi di fanatismo. Molti critici giudicano lo Spiritismo solo sulla base dei racconti delle fate e delle leggende popolari che ne sono le finzioni. Altrettanto varrebbe allora giudicare la storia sulla base dei romanzi storici o delle tragedie.
12. Con logica elementare,
per discutere di una cosa, bisogna conoscerla, poiché l'opinione di un
critico non ha valore se non per il fatto ch'egli parla con perfetta
cognizione di causa. Allora soltanto la sua opinione, quand'anche fosse
errata, può essere presa in considerazione. Ma di quale peso essa
sarebbe in una materia ch'egli non consoce? Il vero critico deve dar
prova non solo di erudizione, ma anche d'un sapere profondo riguardo
all'oggetto che sta trattando, d'un giudizio onesto e di una
imparzialità a tutta prova; altrimenti il primo cantastorie che si
presentasse potrebbe arrogarsi il diritto di giudicare Rossini, e un
imbrattatele quello di criticare Raffaello.
13. Lo Spiritismo, dunque,
non accetta affatto tutti i fenomeni considerati meravigliosi o
soprannaturali. Lungi da ciò, esso dimostra l'impossibilità di un gran
numero di credenze e il ridicolo di alcune altre, che costituiscono, per
parlare con proprietà di linguaggio, la superstizione. È vero che in
ciò che lo Spiritismo ammette ci sono cose che per gli increduli hanno
del meraviglioso più puro, altrimenti detto superstizione. Sia pure. Ma
almeno non discutete che su questi punti, poiché sugli altri punti non
v'è nulla da dire, e voi state predicando a dei convertiti.
Attaccandovi a ciò che lo Spiritismo, lui stesso, rifiuta, voi provate la vostra ignoranza riguardo all'argomento, e i vostri argomenti precipiteranno nel falso. Ma — si dirà — dove si arresta la credenza nello Spiritismo? Leggete, osservate e lo saprete. Ogni scienza si acquisisce solo con il tempo e con lo studio. Ora, lo Spiritismo, il quale tocca le questioni più importanti della filosofia e tutti i settori dell'ordine sociale, il quale abbraccia nello stesso tempo l'uomo fisico e l'uomo morale, è in sé stesso una scienza completa, una completa filosofia che non può essere appresa in poche ore, proprio come non può esserlo qualsiasi altra scienza. Vedere tutto lo Spiritismo in una tavola che ruota, sarebbe altrettanto puerile che vedere tutta la fisica in certi giocattoli per l'infanzia. Per chiunque non voglia arrestarsi alla superficie dello Spiritismo, non si tratta di ore, ma di mesi e di anni: tanti ne necessitano per sondarne tutti gli arcani. Si valuti da ciò il grado di sapere e il valore dell'opinione di coloro che si arrogano il diritto di giudicare, solo perché hanno visto uno o due esperimenti, e, il più delle volte, per distrazione o passatempo. Essi diranno senza dubbio che non hanno l'opportunità di poter dedicare tutto il tempo necessario a questo studio. E sia pure. Niente ve li costringe. Ma allora, quando non si ha il tempo per apprendere una cosa, non ci si mette a parlarne e ancor meno a giudicarla, se non si vuole essere accusati di leggerezza. Ora, quanto più uno occupa una posizione elevata nella scienza, tanto meno è scusabile se tratta con leggerezza un soggetto che non conosce.
Attaccandovi a ciò che lo Spiritismo, lui stesso, rifiuta, voi provate la vostra ignoranza riguardo all'argomento, e i vostri argomenti precipiteranno nel falso. Ma — si dirà — dove si arresta la credenza nello Spiritismo? Leggete, osservate e lo saprete. Ogni scienza si acquisisce solo con il tempo e con lo studio. Ora, lo Spiritismo, il quale tocca le questioni più importanti della filosofia e tutti i settori dell'ordine sociale, il quale abbraccia nello stesso tempo l'uomo fisico e l'uomo morale, è in sé stesso una scienza completa, una completa filosofia che non può essere appresa in poche ore, proprio come non può esserlo qualsiasi altra scienza. Vedere tutto lo Spiritismo in una tavola che ruota, sarebbe altrettanto puerile che vedere tutta la fisica in certi giocattoli per l'infanzia. Per chiunque non voglia arrestarsi alla superficie dello Spiritismo, non si tratta di ore, ma di mesi e di anni: tanti ne necessitano per sondarne tutti gli arcani. Si valuti da ciò il grado di sapere e il valore dell'opinione di coloro che si arrogano il diritto di giudicare, solo perché hanno visto uno o due esperimenti, e, il più delle volte, per distrazione o passatempo. Essi diranno senza dubbio che non hanno l'opportunità di poter dedicare tutto il tempo necessario a questo studio. E sia pure. Niente ve li costringe. Ma allora, quando non si ha il tempo per apprendere una cosa, non ci si mette a parlarne e ancor meno a giudicarla, se non si vuole essere accusati di leggerezza. Ora, quanto più uno occupa una posizione elevata nella scienza, tanto meno è scusabile se tratta con leggerezza un soggetto che non conosce.
14. Riassumiamo nelle proposizioni che seguono quanto abbiamo esposto.
1°. Tutti i fenomeni spiritisti hanno come principio l'esistenza dell'anima, la sua sopravvivenza al corpo e le sue manifestazioni.
2°. Questi fenomeni, essendo fondati su una legge della natura, non hanno niente di meraviglioso né di soprannaturale, nel senso comune di questi termini.
3°. Molti fatti sono considerati soprannaturali, solo perché non se ne conosce la causa. Lo Spiritismo, assegnando loro una causa, li fa rientrare nel dominio dei fenomeni naturali.
4°. Tra i fatti qualificati come soprannaturali, ce ne sono molti di cui lo Spiritismo dimostra l'impossibilità, includendoli fra le credenze superstiziose.
5°. Benché lo Spiritismo riconosca in molte credenze popolari un fondo di verità, assolutamente non dà il suo assenso a tutte le storie fantastiche create dalla immaginazione.
6°. Giudicare lo Spiritismo riguardo ai fatti che esso non ammette è dare prova d'ignoranza e togliere ogni valore alla propria opinione.
7°. La spiegazione dei fatti ammessi dallo Spiritismo, le loro cause e le loro conseguenze morali costituiscono una scienza completa e una completa filosofia, che richiede uno studio serio, perseverante e approfondito.
8°. Lo Spiritismo può considerare come critico serio solo colui che tutto abbia visto, studiato e approfondito, con la pazienza e la perseveranza d'un osservatore coscienzioso; colui che ne sapesse tanto su questo argomento, quanto l'adepto più illuminato; colui che, di conseguenza, avesse attinto le sue conoscenze da ben altra parte che non nei romanzi della scienza; colui a cui non si potesse opporre alcun fatto di cui non avesse conoscenza, alcun argomento che non avesse già meditato; colui che obiettasse, non con delle negazioni, ma con argomenti più categorici; colui che potesse infine attribuire una causa più logica ai fatti accertati. Tale critico è ancora da trovarsi.
1°. Tutti i fenomeni spiritisti hanno come principio l'esistenza dell'anima, la sua sopravvivenza al corpo e le sue manifestazioni.
2°. Questi fenomeni, essendo fondati su una legge della natura, non hanno niente di meraviglioso né di soprannaturale, nel senso comune di questi termini.
3°. Molti fatti sono considerati soprannaturali, solo perché non se ne conosce la causa. Lo Spiritismo, assegnando loro una causa, li fa rientrare nel dominio dei fenomeni naturali.
4°. Tra i fatti qualificati come soprannaturali, ce ne sono molti di cui lo Spiritismo dimostra l'impossibilità, includendoli fra le credenze superstiziose.
5°. Benché lo Spiritismo riconosca in molte credenze popolari un fondo di verità, assolutamente non dà il suo assenso a tutte le storie fantastiche create dalla immaginazione.
6°. Giudicare lo Spiritismo riguardo ai fatti che esso non ammette è dare prova d'ignoranza e togliere ogni valore alla propria opinione.
7°. La spiegazione dei fatti ammessi dallo Spiritismo, le loro cause e le loro conseguenze morali costituiscono una scienza completa e una completa filosofia, che richiede uno studio serio, perseverante e approfondito.
8°. Lo Spiritismo può considerare come critico serio solo colui che tutto abbia visto, studiato e approfondito, con la pazienza e la perseveranza d'un osservatore coscienzioso; colui che ne sapesse tanto su questo argomento, quanto l'adepto più illuminato; colui che, di conseguenza, avesse attinto le sue conoscenze da ben altra parte che non nei romanzi della scienza; colui a cui non si potesse opporre alcun fatto di cui non avesse conoscenza, alcun argomento che non avesse già meditato; colui che obiettasse, non con delle negazioni, ma con argomenti più categorici; colui che potesse infine attribuire una causa più logica ai fatti accertati. Tale critico è ancora da trovarsi.
15. Noi abbiamo pronunciato poco fa la parola miracolo. Una breve osservazione su tale argomento non sarà inopportuna in questo capitolo sul meraviglioso.
Nella sua accezione primitiva, e per la sua etimologia, la parola miracolo significa cosa straordinaria, cosa mirabile a vedersi; ma questo termine, come tanti altri, si è discostato dal suo significato originario, e oggi (secondo l'Académie) si dice di un atto della potenza divina contrario alle comuni leggi della natura. Tale, in effetti, la sua usuale accezione, ed è solo per comparazioni o metafore che si applica alle cose volgari che ci sorprendono e la cui causa è sconosciuta. Non è assolutamente nelle nostre intenzioni esaminare se Dio ha potuto giudicare utile, in certe circostanze, contravvenire alle leggi da Lui stesso stabilite. Il nostro scopo è unicamente quello di dimostrare che i fenomeni spiritisti, per quanto straordinari essi siano, non contravvengono affatto a queste leggi, non hanno alcun carattere miracoloso e non sono neppure meravigliosi o soprannaturali.
Il miracolo non si spiega. I fenomeni spiritisti, al contrario, si spiegano nella maniera più razionale. Non sono dunque dei miracoli, ma dei semplici effetti che hanno la loro ragion d'essere nelle leggi generali. Il miracolo ha ancora un'altra caratteristica, quella cioè di essere insolito e isolato. Ora, dal momento che un fatto si riproduce, per così dire, a volontà e per diverse persone, per ciò stesso non può essere un miracolo.
La scienza fa tutti i giorni dei miracoli agli occhi degli ignoranti: ecco perché una volta coloro che ne sapevano più del volgo passavano per stregoni. E siccome si credeva che ogni scienza sovrumana provenisse dal diavolo, li si bruciava. Al giorno d'oggi noi, che siamo molto più civilizzati, ci accontentiamo di mandarli negli istituti psichiatrici.
Che un uomo realmente morto, come abbiamo detto all'inizio, sia richiamato in vita per intervento divino, questo è un vero miracolo, perché ciò è contrario alle leggi della natura. Ma se quest'uomo ha solo le apparenze della morte, se c'è ancora in lui un resto di vitalità latente, e se la scienza, o un'azione magnetica, giunge a rianimarlo, per le persone illuminate si tratta di un fenomeno naturale. Tuttavia agli occhi del volgo ignorante il fatto passerà come miracoloso, e l'autore sarà o inseguito a sassate o venerato, a seconda del carattere degli individui. Se, in mezzo a certe campagne, un fisico lanciasse un aquilone elettrico e facesse cadere il fulmine su un albero, questo novello Prometeo sarebbe certamente considerato un uomo armato d'un potere diabolico. E, sia detto incidentalmente, ci sembra che Prometeo abbia in modo singolare preceduto Franklin. Ma Giosuè che arresta il movimento del Sole, o piuttosto della Terra, questo è il vero miracolo, poiché noi non conosciamo alcun magnetizzatore dotato d'una così grande potenza da operare un simile prodigio.
Di tutti i fenomeni spiritisti, uno dei più straordinari è senza dubbio quello della scrittura diretta, anche perché è uno di quei fenomeni che dimostrano nella maniera più evidente l'azione delle intelligenze occulte. Ma, per il fatto che il fenomeno sia prodotto da esseri occulti, non è esso più miracoloso di tutti gli altri fenomeni che sono dovuti a degli agenti invisibili. Infatti questi esseri occulti, che popolano gli spazi, sono una delle potenze della natura, una potenza la cui azione è incessante sul mondo materiale, come sul mondo morale.
Lo Spiritismo, illuminandoci su questa potenza, ci dà la chiave di un gran numero di cose inesplicate e inesplicabili da ogni altro mezzo, e che sono potute passare, nei tempi trascorsi, per dei prodigi. Lo Spiritismo rivela, allo stesso modo del magnetismo, una legge, se non sconosciuta, almeno non ben compresa; o per meglio dire, se ne conoscevano gli effetti, poiché essi si sono prodotti in ogni tempo, ma non se ne conosceva la legge, ed è l'ignoranza di questa legge che ha generato la superstizione. Conosciuta questa legge, il meraviglioso sparisce, e i fenomeni rientrano nell'ordine delle cose naturali. Ecco perché gli spiritisti non fanno miracoli, facendo ruotare una tavola o facendo scrivere i trapassati, più di quanto non ne faccia il medico che fa rivivere un moribondo, o il fisico che fa cadere il fulmine. Colui che pretendesse, con l'aiuto di questa scienza, di fare dei miracoli sarebbe, al riguardo, un ignorante o un imbroglione.
Nella sua accezione primitiva, e per la sua etimologia, la parola miracolo significa cosa straordinaria, cosa mirabile a vedersi; ma questo termine, come tanti altri, si è discostato dal suo significato originario, e oggi (secondo l'Académie) si dice di un atto della potenza divina contrario alle comuni leggi della natura. Tale, in effetti, la sua usuale accezione, ed è solo per comparazioni o metafore che si applica alle cose volgari che ci sorprendono e la cui causa è sconosciuta. Non è assolutamente nelle nostre intenzioni esaminare se Dio ha potuto giudicare utile, in certe circostanze, contravvenire alle leggi da Lui stesso stabilite. Il nostro scopo è unicamente quello di dimostrare che i fenomeni spiritisti, per quanto straordinari essi siano, non contravvengono affatto a queste leggi, non hanno alcun carattere miracoloso e non sono neppure meravigliosi o soprannaturali.
Il miracolo non si spiega. I fenomeni spiritisti, al contrario, si spiegano nella maniera più razionale. Non sono dunque dei miracoli, ma dei semplici effetti che hanno la loro ragion d'essere nelle leggi generali. Il miracolo ha ancora un'altra caratteristica, quella cioè di essere insolito e isolato. Ora, dal momento che un fatto si riproduce, per così dire, a volontà e per diverse persone, per ciò stesso non può essere un miracolo.
La scienza fa tutti i giorni dei miracoli agli occhi degli ignoranti: ecco perché una volta coloro che ne sapevano più del volgo passavano per stregoni. E siccome si credeva che ogni scienza sovrumana provenisse dal diavolo, li si bruciava. Al giorno d'oggi noi, che siamo molto più civilizzati, ci accontentiamo di mandarli negli istituti psichiatrici.
Che un uomo realmente morto, come abbiamo detto all'inizio, sia richiamato in vita per intervento divino, questo è un vero miracolo, perché ciò è contrario alle leggi della natura. Ma se quest'uomo ha solo le apparenze della morte, se c'è ancora in lui un resto di vitalità latente, e se la scienza, o un'azione magnetica, giunge a rianimarlo, per le persone illuminate si tratta di un fenomeno naturale. Tuttavia agli occhi del volgo ignorante il fatto passerà come miracoloso, e l'autore sarà o inseguito a sassate o venerato, a seconda del carattere degli individui. Se, in mezzo a certe campagne, un fisico lanciasse un aquilone elettrico e facesse cadere il fulmine su un albero, questo novello Prometeo sarebbe certamente considerato un uomo armato d'un potere diabolico. E, sia detto incidentalmente, ci sembra che Prometeo abbia in modo singolare preceduto Franklin. Ma Giosuè che arresta il movimento del Sole, o piuttosto della Terra, questo è il vero miracolo, poiché noi non conosciamo alcun magnetizzatore dotato d'una così grande potenza da operare un simile prodigio.
Di tutti i fenomeni spiritisti, uno dei più straordinari è senza dubbio quello della scrittura diretta, anche perché è uno di quei fenomeni che dimostrano nella maniera più evidente l'azione delle intelligenze occulte. Ma, per il fatto che il fenomeno sia prodotto da esseri occulti, non è esso più miracoloso di tutti gli altri fenomeni che sono dovuti a degli agenti invisibili. Infatti questi esseri occulti, che popolano gli spazi, sono una delle potenze della natura, una potenza la cui azione è incessante sul mondo materiale, come sul mondo morale.
Lo Spiritismo, illuminandoci su questa potenza, ci dà la chiave di un gran numero di cose inesplicate e inesplicabili da ogni altro mezzo, e che sono potute passare, nei tempi trascorsi, per dei prodigi. Lo Spiritismo rivela, allo stesso modo del magnetismo, una legge, se non sconosciuta, almeno non ben compresa; o per meglio dire, se ne conoscevano gli effetti, poiché essi si sono prodotti in ogni tempo, ma non se ne conosceva la legge, ed è l'ignoranza di questa legge che ha generato la superstizione. Conosciuta questa legge, il meraviglioso sparisce, e i fenomeni rientrano nell'ordine delle cose naturali. Ecco perché gli spiritisti non fanno miracoli, facendo ruotare una tavola o facendo scrivere i trapassati, più di quanto non ne faccia il medico che fa rivivere un moribondo, o il fisico che fa cadere il fulmine. Colui che pretendesse, con l'aiuto di questa scienza, di fare dei miracoli sarebbe, al riguardo, un ignorante o un imbroglione.
16. I fenomeni spiritisti,
come pure i fenomeni magnetici, prima che uno ne conoscesse la causa,
son dovuti passare per dei prodigi. Ora, siccome gli scettici, gli
spiriti forti, vale a dire quelli che godono del privilegio esclusivo
della ragione e del buon senso, credono che una cosa non sia possibile
per il fatto che essi non la comprendono, ecco perché tutti i fatti
ritenuti prodigiosi sono oggetto delle loro derisioni. Siccome, poi, la
religione contiene un grande numero di fatti di questo genere, essi non
credono alla religione, e da qui all'incredulità assoluta non c'è che un
passo. Lo Spiritismo, spiegando la maggior parte di questi fatti,
assegna loro una ragion d'essere. Esso dunque viene in aiuto alla
religione, dimostrando la possibilità di certi fenomeni che, pur non
avendo più il carattere miracoloso, non sono per questo meno
straordinari. E Dio non è né meno grande né meno potente, per non aver
contravvenuto alle sue leggi.
Di quali irrisioni non furono oggetto le levitazioni di san Giuseppe da Copertino? Ora, la sospensione eterea dei corpi pesanti è un fatto spiegato dalla legge spiritista. Noi ne siamo stati personalmente testimoni oculari. E il signor Home, come pure altre persone di nostra conoscenza, hanno rinnovato a più riprese i fenomeni generati da san Giuseppe da Copertino. Dunque questo fenomeno rientra nell'ordine delle cose naturali.
Di quali irrisioni non furono oggetto le levitazioni di san Giuseppe da Copertino? Ora, la sospensione eterea dei corpi pesanti è un fatto spiegato dalla legge spiritista. Noi ne siamo stati personalmente testimoni oculari. E il signor Home, come pure altre persone di nostra conoscenza, hanno rinnovato a più riprese i fenomeni generati da san Giuseppe da Copertino. Dunque questo fenomeno rientra nell'ordine delle cose naturali.
17. Nel numero dei fatti di
questo genere, bisogna collocare in prima linea le apparizioni, perché
queste sono le più frequenti. Quella della Salette, sopra la quale
divergono le opinioni in seno allo stesso clero, per noi non ha nulla
d'insolito. Di certo noi non possiamo affermare che il fatto abbia avuto
luogo, perché non ne abbiamo la prova materiale. Ma, per noi, il fatto è
possibile, considerato che ci sono note migliaia di fatti analoghi recenti. Noi
ci crediamo non solo perché la loro realtà è per noi accertata, ma
soprattutto perché ci rendiamo perfettamente conto del modo in cui essi
si producono. Voglia il lettore far richiamo alla teoria — che esponiamo
più avanti — sulle apparizioni, e vedrà che questo fenomeno diventa
tanto semplice e plausibile, quanto un gran numero di fenomeni fisici, i
quali sono prodigiosi soltanto per non possederne noi la chiave di
spiegazione.
Quanto al personaggio che si è presentato alla Salette, è tutta un'altra questione. La sua identità non ci è affatto dimostrata. Noi costatiamo semplicemente che un'apparizione può aver avuto luogo, il resto non è di nostra competenza. Ognuno può, a questo riguardo, mantenere le sue convinzioni, e lo Spiritismo non deve occuparsene. Noi diciamo soltanto che i fatti prodotti dallo Spiritismo ci rivelano nuove leggi e ci offrono la chiave d'un gran numero di cose che sembravano soprannaturali. Se qualcuno di quei fatti, che passavano per miracolosi, trovano una spiegazione logica, questo è un motivo per non precipitarsi a negare ciò che non si comprende.
I fenomeni spiritisti sono contestati da certe persone, precisamente perché sembrano star fuori dalla legge comune e quindi non è possibile rendersene conto. Assegnate a essi una base razionale, e il dubbio cessa. La spiegazione, in questo secolo in cui non ci accontenta di parole, è dunque un possente motivo di convinzione. Così, vediamo tutti i giorni persone che non sono state testimoni di alcun fatto, che non hanno visto né una tavola ruotare né un medium scrivere, e che sono convinte quanto noi, unicamente perché esse hanno letto e compreso. Se uno non dovesse credere che a ciò che ha visto con i propri occhi, la nostra convinzione si ridurrebbe a ben poca cosa.
Quanto al personaggio che si è presentato alla Salette, è tutta un'altra questione. La sua identità non ci è affatto dimostrata. Noi costatiamo semplicemente che un'apparizione può aver avuto luogo, il resto non è di nostra competenza. Ognuno può, a questo riguardo, mantenere le sue convinzioni, e lo Spiritismo non deve occuparsene. Noi diciamo soltanto che i fatti prodotti dallo Spiritismo ci rivelano nuove leggi e ci offrono la chiave d'un gran numero di cose che sembravano soprannaturali. Se qualcuno di quei fatti, che passavano per miracolosi, trovano una spiegazione logica, questo è un motivo per non precipitarsi a negare ciò che non si comprende.
I fenomeni spiritisti sono contestati da certe persone, precisamente perché sembrano star fuori dalla legge comune e quindi non è possibile rendersene conto. Assegnate a essi una base razionale, e il dubbio cessa. La spiegazione, in questo secolo in cui non ci accontenta di parole, è dunque un possente motivo di convinzione. Così, vediamo tutti i giorni persone che non sono state testimoni di alcun fatto, che non hanno visto né una tavola ruotare né un medium scrivere, e che sono convinte quanto noi, unicamente perché esse hanno letto e compreso. Se uno non dovesse credere che a ciò che ha visto con i propri occhi, la nostra convinzione si ridurrebbe a ben poca cosa.