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    IL LIBRO DEI MEDIUM o  GUIDA DEI MEDIUM E DEGLI EVOCATORI > PARTE SECONDA - MANIFESTAZIONI SPIRITISTE > Capitolo XXIII - DELL'OSSESSIONE > Mezzi per combatterla > 250
250. C'è dunque solo 
fastidio, e non pericolo, per ogni medium che non si lasci beffare, dal 
momento che non può essere ingannato. Riguardo alla fascinazione la
 cosa è del tutto diversa, perché allora il dominio che lo Spirito 
esercita su colui di cui egli s'impossessa non ha limiti. La solo cosa 
da farsi con la vittima è cercare di convincerla che è ingannata, e di 
ricondurre la sua ossessione al caso di ossessione semplice. Ma non 
sempre è facile, se talvolta non è addirittura impossibile. L'ascendente
 dello Spirito può essere tale da rendere il fascinato sordo a ogni 
specie di ragionamento, e può arrivare fino a farlo dubitare - quando lo
 Spirito commette qualche grossa eresia scientifica - se non sia la 
scienza a sbagliare. Come abbiamo già detto, egli accoglie generalmente 
malissimo i consigli; le critiche lo indispongono, lo irritano e gli 
fanno prendere in antipatia quanti non condividono la sua ammirazione. 
Sospettare il suo Spirito è quasi una profanazione ai suoi occhi, ed è 
tutto quello che lo Spirito chiede; perché ciò ch'egli vuole è che ci si
 metta in ginocchio davanti alla sua parola. Uno di essi esercitava su 
una persona di nostra conoscenza una fascinazione straordinaria. Noi 
l'abbiamo evocato e, dopo qualche spacconata, vedendo che non poteva 
ingannarci sulla sua identità, finì per confessare ch'egli non era 
quello di cui prendeva il nome. Avendogli domandato perché ingannasse 
così questa persona, egli ci rispose con queste parole, che illustrano 
perfettamente il carattere di tale specie di Spiriti: Io cercavo un uomo da poter prendere in giro; l'ho trovato e ci rimango. - Ma, se gli si mostreranno le cose come stanno, egli ci scaccerà. - È quello che vedremo!Siccome
 non c'è peggior cieco di colui che non vuol vedere, quando si riconosce
 l'inutilità di ogni tentativo per aprire gli occhi del fascinato, non 
v'è niente di meglio da farsi che abbandonarlo alle sue illusioni. Non 
si può guarire un malato che si ostini a tenersi il suo male e a 
compiacersene.