IL LIBRO DEI MEDIUM o GUIDA DEI MEDIUM E DEGLI EVOCATORI

Allan Kardec

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9. Se il fatto — si dirà — è comprovato, noi lo accettiamo; accettiamo la causa stessa che voi volete attribuirgli, quella cioè di un fluido sconosciuto. Ma chi ci dimostra l'intervento degli Spiriti? È in ciò che sta il meraviglioso, il soprannaturale.

Occorrerebbe qui una dimostrazione completa, che sarebbe però fuori posto e che d'altra parte costituirebbe una ripetizione, perché essa viene fuori da tutte le altre parti dell'insegnamento. Tuttavia, per riassumerla in poche parole, diremo che essa è fondata, in teoria, su questo principio: ogni effetto intelligente deve avere una causa intelligente. In pratica diremo poi, sulla base di questa osservazione, che i fenomeni detti spiritisti, avendo dato delle prove d'intelligenza, dovevano avere la loro causa al di fuori della materia; che, non essendo questa intelligenza quella degli astanti — è, questo, un risultato dell'esperienza —, essa doveva trovarsi al di fuori di essi; che, infine, poiché non si vedeva l'essere che agiva, doveva dunque trattarsi di un essere invisibile. È allora che di osservazione in osservazione si è arrivati a riconoscere che questo essere invisibile, al quale si è dato il nome di Spirito, altro non è che l'anima di quelli che vissero corporalmente e che la morte ha spogliato del loro grossolano involucro visibile, non lasciando loro che un involucro etereo, invisibile nel suo stato normale. Ecco, dunque, il meraviglioso e il soprannaturale ridotti alla loro più semplice espressione. Una volta costatata l'esistenza di esseri invisibili, la loro azione sulla materia dipende dalla natura del loro involucro fluidico. Quest'azione è intelligente, perché morendo essi hanno perduto soltanto il loro corpo, ma hanno conservato l'intelligenza che è la loro essenza. Qui sta la chiave di tutti questi fenomeni, a torto considerati soprannaturali. L'esistenza degli Spiriti, dunque, non è affatto un sistema preconcetto, un'ipotesi escogitata per spiegare i fatti. È invece un risultato dell'osservazione e la conseguenza naturale dell'esistenza dell'anima; negare questa causa è come negare l'anima e i suoi attributi. Quanti pensassero di poter dare di questi effetti intelligenti una soluzione più razionale, potendo soprattutto render ragione di tutti i fatti, facciano pure, e allora potrà discutersi il merito di ciascuna.