9. Se il fatto — si dirà — è
comprovato, noi lo accettiamo; accettiamo la causa stessa che voi
volete attribuirgli, quella cioè di un fluido sconosciuto. Ma chi ci
dimostra l'intervento degli Spiriti? È in ciò che sta il meraviglioso,
il soprannaturale.
Occorrerebbe qui una dimostrazione
completa, che sarebbe però fuori posto e che d'altra parte costituirebbe
una ripetizione, perché essa viene fuori da tutte le altre parti
dell'insegnamento. Tuttavia, per riassumerla in poche parole, diremo che
essa è fondata, in teoria, su questo principio: ogni effetto
intelligente deve avere una causa intelligente. In pratica diremo poi,
sulla base di questa osservazione, che i fenomeni detti spiritisti,
avendo dato delle prove d'intelligenza, dovevano avere la loro causa al
di fuori della materia; che, non essendo questa intelligenza quella
degli astanti — è, questo, un risultato dell'esperienza —, essa doveva
trovarsi al di fuori di essi; che, infine, poiché non si vedeva l'essere
che agiva, doveva dunque trattarsi di un essere invisibile. È allora
che di osservazione in osservazione si è arrivati a riconoscere che
questo essere invisibile, al quale si è dato il nome di Spirito, altro
non è che l'anima di quelli che vissero corporalmente e che la morte ha
spogliato del loro grossolano involucro visibile, non lasciando loro che
un involucro etereo, invisibile nel suo stato normale. Ecco, dunque, il
meraviglioso e il soprannaturale ridotti alla loro più semplice
espressione. Una volta costatata l'esistenza di esseri invisibili, la
loro azione sulla materia dipende dalla natura del loro involucro
fluidico. Quest'azione è intelligente, perché morendo essi hanno perduto
soltanto il loro corpo, ma hanno conservato l'intelligenza che è la
loro essenza. Qui sta la chiave di tutti questi fenomeni, a torto
considerati soprannaturali. L'esistenza degli Spiriti, dunque, non è
affatto un sistema preconcetto, un'ipotesi escogitata per spiegare i
fatti. È invece un risultato dell'osservazione e la conseguenza naturale
dell'esistenza dell'anima; negare questa causa è come negare l'anima e i
suoi attributi. Quanti pensassero di poter dare di questi effetti
intelligenti una soluzione più razionale, potendo soprattutto render
ragione di tutti i fatti, facciano pure, e allora potrà discutersi il merito di ciascuna.