337. Se la riunione ha preso
una cattiva strada, si dirà, uomini sensati e ben intenzionati non
hanno forse il diritto di critica? Devono essi lasciar passare il male,
approvarlo con il loro silenzio? Senza dubbio è un loro diritto: di più,
è un dovere. Ma se la loro intenzione è realmente buona, essi
manifesteranno le loro opinioni con buona creanza e benevolenza,
apertamente e non con sotterfugi. Se però non ci fosse seguito, si
ritirino. Infatti, non sarebbe concepibile che colui che non avesse
alcun secondo fine si ostinasse a restare in una società, dove si
facessero cose che fossero per lui sconvenienti.
Si può
dunque stabilire per principio che chiunque, in una riunione spiritista,
istighi al disordine e alla disgregazione, apertamente o di nascosto e
con qualsiasi mezzo, è o un agente provocatore o, quanto meno, un
pessimo Spiritista, di cui non è mai troppo presto sbarazzarsi. Ma gli
impegni stessi che legano tutti i membri vi pongono spesso ostacolo. È
per questo che conviene evitare gli impegni indissolubili: gli uomini
dabbene sono sempre abbastanza impegnati; i malintenzionati lo sono
sempre troppo.