21. La seconda categoria di
materialisti — e di gran lunga la più numerosa poiché il vero
materialismo è un sentimento non naturale — comprende coloro che lo sono
per indifferenza e, si può dire, per mancanza di meglio. Essi
lo sono non per deliberato proposito, e non domandano niente di meglio
che credere, poiché l'incertezza è per loro un tormento. C'è in costoro
una vaga aspirazione verso l'avvenire, ma questo avvenire è stato
presentato con tali colori che la loro ragione non può accettarli; da
qui il dubbio e, come conseguenza del dubbio, l'incredulità. In essi,
dunque, l'incredulità non è affatto un sistema.
Presentate
loro qualcosa di razionale, ed essi l'accetteranno immediatamente.
Questi poi possono comprenderci, perché sono più vicini a noi di quanto,
senza dubbio, essi stessi non credano.
Con i primi non
parlate né di rivelazione né degli angeli né del paradiso, essi non vi
comprenderebbero. Ma, ponendovi sul loro terreno, innanzi tutto
dimostrate loro che le leggi della fisiologia sono impotenti a render
ragione di ogni cosa. Il resto verrà in seguito.
È tutto
diverso quando l'incredulità non è preconcetta, perché allora la
credenza non è del tutto nulla. Si tratta di un germe latente soffocato
da cattive erbe, ma che una scintilla può rianimare. È il cieco a cui si
rende la vista, e che è felice di rivedere la luce. È il naufrago a cui
si tende l'ancora di salvezza.