Capitolo XXIX - RIUNIONI E SOCIETÀ SPIRITISTE
Delle riunioni in generale — Delle società propriamente dette — Soggetti di studio — Rivalità tra le società
Delle riunioni in generale
324. Le riunioni spiritiste offrono grandissimi vantaggi poiché esse permettono che ci si illumini attraverso lo scambio reciproco delle idee, attraverso le domande e le osservazioni che ciascuno può fare e di cui tutti si giovano. Ma per trarne tutti i frutti desiderabili, esse richiedono condizioni speciali, che ora esamineremo, perché sbaglierebbe chi le paragonasse alle comuni riunioni. Del resto, poiché le riunioni sono degli insiemi collettivi, ciò che loro concerne è la naturale conseguenza delle istruzioni precedenti. In esse, perciò, si devono prendere le medesime precauzioni e superare gli stessi ostacoli, proprio come succede per gli individui. È per questo che abbiamo collocato questo capitolo tra gli ultimi.
Le riunioni spiritiste hanno caratteri molto differenti, a seconda dello scopo che in esse ci si propone; anche per questo, le loro condizioni intrinseche devono essere differenti. Secondo la loro natura, esse possono essere
frivole, sperimentali o istruttive. 325. Le
riunioni frivole si compongono di persone, le quali non vedono che il lato piacevole delle manifestazioni e si divertono delle facezie degli Spiriti leggeri, ai quali piace molto questo genere di assemblee, dove essi hanno ogni libertà di prodursi né mancano di farlo. È qui, in queste riunioni, che si chiede ogni sorta di banalità, che ci si fa predire il futuro dagli Spiriti, che si mette alla prova la loro perspicacia chiedendo di indovinare l'età o ciò che si ha in tasca, di svelare dei piccoli segreti e mille altre cose di pari importanza.
Queste riunioni sono senza conseguenze. Ma siccome gli Spiriti leggeri sono talvolta molto intelligenti e poiché sono in generale d'umore facile e gioviale, qui si verificano sovente delle cose molte curiose, da cui l'osservatore può trarre profitto. Colui che avesse visto solo questo e giudicasse il mondo degli Spiriti secondo questo campione, se ne farebbe un'idea tanto falsa quanto colui che giudicasse tutta la popolazione di una grande città da quella di alcuni quartieri. Il semplice buon senso ci dice che non è possibile che gli Spiriti elevati accedano a tali riunioni, dove gli spettatori non sono di certo più seri degli attori. Se ci si vuole occupare di cose futili, francamente bisogna chiamare degli Spiriti leggeri, così come per divertirsi in società si chiamerebbero dei buffoni, mentre ci sarebbe profanazione a invitarvi nomi venerati, a mescolare il sacro e il profano.
326. Le
riunioni sperimentali hanno più specificamente per oggetto la produzione delle manifestazioni fisiche. Per molte persone è uno spettacolo più degno di curiosità che istruttivo. Gli increduli ne escono più stupefatti che convinti, quando non hanno visto nient'altro, e ogni loro pensiero è volto alla ricerca dei trucchi, poiché, non rendendosi conto di nulla, essi suppongono volentieri l'esistenza dei sotterfugi. Ben diversamente avviene per coloro che hanno studiato. Essi comprendono anticipatamente la possibilità dei fenomeni, e l'osservazione di fatti positivi determina in seguito o completa la loro convinzione. Se vi fosse un sotterfugio, essi sarebbero in grado di scoprirlo.
Ciononostante, gli esperimenti di questo genere hanno una utilità che nessuno oserebbe negare, poiché sono quelli che hanno fatto scoprire le leggi che reggono il mondo invisibile, e per molte persone essi costituiscono senza dubbio un poderoso mezzo di convincimento. Ma noi sosteniamo che tali riunioni da sole non possono iniziare alla scienza spiritista più di quanto il semplice fatto di vedere un ingegnoso meccanismo non possa far conoscere la scienza meccanica se non se ne conoscono le leggi. Tuttavia, se esse fossero dirette con metodo e prudenza, si otterrebbero risultati di gran lunga migliori. Ritorneremo su questo argomento fra non molto.
327. Le
riunioni istruttive hanno tutt'altro carattere e siccome sono quelle in cui si può attingere il vero insegnamento, noi insisteremo maggiormente sulle condizioni che esse devono soddisfare.
La prima di tutte è di restare seri nel vero senso della parola. Bisogna proprio persuadersi che gli Spiriti ai quali ci si vuole rivolgere sono di una natura del tutto speciale; che, non potendo il sublime allearsi con il triviale né il bene con il male, se si vogliono ottenere buone cose, bisogna rivolgersi a dei buoni Spiriti; che bisogna, come espressa condizione, trovarsi nelle condizioni propizie affinché i buoni Spiriti abbiano proprio
voglia di venire. Orbene, degli Spiriti superiori non interverranno nelle assemblee di uomini leggeri e superficiali più di quanto non vi sarebbero intervenuti quand'erano in vita.
Una società non è veramente seria se non alla condizione di occuparsi di cose utili con esclusione di tutte le altre. Se essa aspira a ottenere dei fenomeni straordinari per curiosità o per passatempo, gli Spiriti che li producono potranno anche venire, ma gli altri se ne andranno. In una parola, qualunque sia il carattere di una riunione, essa troverà sempre degli Spiriti disposti ad assecondare le sue tendenze. Una riunione seria si allontana dal suo scopo se abbandona l'insegnamento per il divertimento. Le manifestazioni fisiche, come abbiamo detto, hanno una loro utilità; vadano alle riunioni sperimentali coloro che vogliono vedere; vadano alle riunioni di studio coloro che vogliono comprendere. È così che gli uni e gli altri potranno completare la loro istruzione spiritista, così come, nello studio della medicina, ci sono quelli che frequentano i corsi e quelli che vanno in clinica.
328. L'istruzione spiritista non contempla soltanto l'insegnamento morale dato dagli Spiriti, ma anche lo studio dei fatti. È di sua competenza la teoria di tutti i fenomeni, la ricerca delle cause e, di conseguenza, la constatazione di ciò che è possibile e di ciò che non lo è; in una parola, l'osservazione di tutto ciò che può far progredire la scienza. Orbene, ci sarebbe da ingannarsi se si credesse che i fatti fossero limitati ai fenomeni straordinari; che quelli che colpiscono maggiormente i sensi fossero i soli degni di attenzione. Se ne incontrano a ogni passo nelle comunicazioni intelligenti, e gli uomini riuniti per lo studio non potrebbero ignorarli. Questi fatti, che sarebbe impossibile enumerare, nascono da un immenso numero di circostanze fortuite. Sebbene meno rilevanti, non per questo essi sono meno degni del più alto interesse per l'osservatore, il quale vi trova o la conferma d'un principio conosciuto o la rivelazione d'un principio nuovo, che gli permette di penetrare più a fondo nei misteri del mondo invisibile. In tutto questo c'è anche della filosofia.
329. Le riunioni di studio sono, inoltre, di una immensa utilità per i medium di manifestazioni intelligenti, per quelli, soprattutto che hanno un serio desiderio di perfezionarsi e che non vi partecipano con una sciocca presunzione d'infallibilità. Uno dei grandi scogli della medianità è, come abbiamo già detto, l'ossessione nonché la fascinazione. Essi possono dunque illudersi in perfetta buona fede in relazione al merito di ciò che ottengono, e ben si comprende come gli Spiriti ingannatori abbiano piena libertà d'azione, solo quando hanno a che fare con un cieco. È per questo che essi tengono lontano il loro medium da ogni controllo; ed è ancora per questo che, all'occorrenza, gli fanno anche prendere in odio chiunque potrebbe illuminarlo. Grazie all'isolamento e alla fascinazione, essi possono fargli accettare tutto ciò che vogliono.
Non potremmo ripeterlo mai abbastanza: qui si trova non solo lo scoglio, ma il pericolo. Sì, lo diciamo chiaramente, un vero pericolo. Il solo mezzo, per il medium, di sfuggirgli è l'analisi praticata da persone disinteressate e benevole che, valutando le comunicazioni con sangue freddo e imparzialità, possano aprirgli gli occhi e fargli scorgere ciò che da sé stesso non può vedere. Ora, ogni medium che tema questo giudizio è già sulla strada dell'ossessione; quello che crede che la luce non sia fatta che per lui è completamente soggiogato. S'egli se ne ha a male per le osservazioni, se le respinge, se si adira, non può esserci alcun dubbio sulla cattiva natura dello Spirito che lo assiste.
L'abbiamo già detto, un medium può mancare delle conoscenze necessarie per comprendere gli errori; può lasciarsi ingannare da parole solenni e da un linguaggio pretenzioso; essere sedotto da certi sofismi, il tutto con la miglior buona fede del mondo. È per questo che, in mancanza di propri lumi, si deve umilmente far ricorso a quelli degli altri, secondo questi due adagi: "quattro occhi vedono meglio di due" e "nessuno è mai buon giudice nella sua stessa causa". È da questo punto di vista che le riunioni sono di grandissima utilità per il medium, se egli è abbastanza avveduto da ascoltare gli avvertimenti. Qui, infatti, si troveranno persone più illuminate di lui, le quali noteranno quelle sfumature, spesso appena percettibili, attraverso cui lo Spirito svela la sua natura inferiore.
Ogni medium che desideri sinceramente non essere vittima dell'inganno, deve cercare di prodursi nelle riunioni serie e di apportarvi quanto di particolare riesce a ottenere; deve inoltre accettare con riconoscenza, anzi sollecitare, l'esame critico delle comunicazioni che riceve. Se egli è il bersaglio di Spiriti ingannatori, questo è il mezzo più sicuro per sbarazzarsene provando loro ch'essi non possono ingannarlo. D'altronde il medium che si irrita per delle critiche non ne ha alcun motivo, poiché il suo amor proprio non ne è affatto coinvolto. Infatti quanto dice non è detto da lui ed egli non è perciò più responsabile di quanto lo sarebbe se leggesse i versi di un cattivo poeta.
Abbiamo insistito su questo punto, perché, se c'è qui uno scoglio per i medium, ce n'è uno anche per quelle riunioni per le quali è importante non accordare con leggerezza fiducia a tutti gli interpreti degli Spiriti. Il concorso di qualsiasi medium ossesso sarebbe per tali riunioni più nocivo che utile; esse dunque non devono accoglierlo. Noi pensiamo di esserci inoltrati in sufficienti spiegazioni perché sia loro impossibile ingannarsi sui caratteri dell'ossessione, nel caso in cui il medium non sia in grado di riconoscerla lui stesso. Una delle caratteristiche più salienti è senza dubbio la pretesa d'essere lui il solo ad aver regione contro tutti. I medium ossessi che non vogliono convenirne assomigliano a quei malati che si fanno delle illusioni sulla loro salute e si perdono per non essersi sottoposti a un regime salutare.
330. Ciò che una riunione seria deve proporsi di fare è di scartare gli Spiriti mentitori: essa sarebbe in errore se, grazie al suo scopo e alla qualità dei suoi medium, si credesse al riparo degli inganni. Invece essa non lo sarà, fintantoché non si troverà essa stessa in condizioni favorevoli.
Per ben comprendere ciò che accade in questa circostanza, preghiamo il lettore di riferirsi a ciò che abbiamo detto più sopra, al n. 231, nel capitolo "Influenza dell'ambiente". Bisogna rappresentarsi ciascun individuo come attorniato da un certo numero di accompagnatori invisibili che s'identificano con il suo carattere, i suoi gusti e le sue inclinazioni; quindi ogni individuo che si presenti in una riunione conduce con sé degli Spiriti che gli sono simpatici. A seconda del loro numero e della loro natura, questi seguaci possono esercitare sull'assemblea e sulle comunicazioni un'influenza buona o cattiva. Una riunione perfetta sarebbe quella i cui membri, tutti animati da un eguale amore per il bene, conducessero con sé soltanto buoni Spiriti. In mancanza della perfezione, la migliore sarà quella riunione dove il bene supererà il male. E ciò è troppo logico, perché sia necessario insistere.
331. Una riunione è un modo d'essere collettivo le cui qualità e proprietà sono la risultante di tutte quelle dei suoi membri e formano come un fascio; ora, questo fascio avrà tanta più forza quanto più sarà omogeneo. Se si è ben compreso ciò che è stato detto (n. 282, domanda 5) sulla maniera con cui gli Spiriti sono avvertiti del nostro appello, si comprenderà facilmente la potenza dell'associazione del pensiero degli astanti. Se lo Spirito è per qualche verso colpito dal pensiero come noi lo siamo dalla voce, venti persone che si unissero in una medesima intenzione avranno necessariamente più forza di una sola. Ma perché tutti questi pensieri concorrano al medesimo scopo, è necessario che essi vibrino all'unisono, che si fondano, per così dire, in uno solo, cosa che non può aver luogo senza il raccoglimento.
D'altronde, lo Spirito, arrivando in un ambiente totalmente simpatico, vi si trova più a suo agio e, incontrandovi soltanto degli amici, vi si presenta più volentieri ed è più disposto a rispondere. Chiunque abbia seguito con qualche attenzione le manifestazioni spiritiste intelligenti ha potuto convincersi di questa verità. Se i pensieri sono divergenti, ne deriva un conflitto d'idee alquanto sgradevole per lo Spirito e, di conseguenza, nocivo alla manifestazione. È la stessa cosa per un uomo che debba parlare in un'assemblea. Se sente che tutti i pensieri che convergono su di lui sono simpatici e benevoli, l'impressione ch'egli ne riceve reagisce sulle sue stesse idee dando a esse più vivacità; l'unanimità di questo concorso esercita su di lui una sorta di azione magnetica che decuplica i suoi mezzi, mentre l'indifferenza o l'ostilità lo turbano o lo paralizzano. Orbene, gli Spiriti, ben più impressionabili degli umani, devono, senza dubbio, subire ancora di più l'influenza dell'ambiente.
Ogni riunione spiritista deve tendere all'omogeneità il più possibile. È chiaro che noi parliamo di quelle riunioni che tendono a risultati seri e veramente utili. Se si vogliono semplicemente ottenere delle comunicazioni quali che siano, senza preoccuparsi della qualità di coloro che le danno, è evidente che tutte queste precauzioni non sono necessarie, ma allora non ci si deve lamentare della qualità del prodotto.
332. Essendo raccoglimento e comunione dei pensieri le condizioni essenziali di ogni riunione seria, ben si comprende come un numero eccessivo di astanti debba essere una delle cause più contrarie all'omogeneità. Non v'è certamente alcun limite assoluto a questo numero, e si capisce che cento persone, sufficientemente raccolte e attente, si troveranno in condizioni migliori di dieci che fossero distratte e rumorose. Ma è anche evidente che più il numero è grande, più queste condizioni sono difficili da raggiungersi. È d'altronde un fatto provato dall'esperienza che le piccole cerchie intime sono sempre più favorevoli alle belle comunicazioni, e ciò per i motivi che abbiamo già sviluppato.
333. C'è ancora un altro punto, non meno necessario, ed è la regolarità delle riunioni. In tutte, vi sono sempre degli Spiriti che si potrebbero definire frequentatori
abituali, e non intendiamo con questo riferirci a quegli Spiriti che si incontrano dappertutto e di tutto s'immischiano. Ma a quelli che sono o gli Spiriti protettori o coloro cui ci si rivolge più di sovente. Non si deve credere, tuttavia, che questi Spiriti non abbiano nient'altro da fare che stare ad ascoltare noi. Essi hanno le loro occupazioni e possono, d'altronde, trovarsi in condizioni non idonee per essere evocati. Quando le riunioni hanno luogo a ore e giorni fissi, essi si preparano di conseguenza, ed è raro che manchino. Ve ne sono anzi di quelli che portano all'eccesso la loro puntualità; si formalizzano per un quarto d'ora di ritardo e se stabiliscono essi stessi il momento di un colloquio, invano li si chiamerebbe qualche minuto prima. Aggiungiamo tuttavia che, benché gli Spiriti preferiscano la regolarità, coloro che appartengono a un ordine veramente superiore non sono meticolosi fino a questo punto. L'esigenza di una puntualità rigorosa è un segno di inferiorità, come tutto ciò che è puerile. Al di fuori, però, delle ore consacrate, essi possono senza dubbio venire, e vengono anche volentieri se lo scopo è utile. Ma niente è più nocivo alle buone comunicazioni che il chiamarli a vanvera, quando ce ne viene voglia e, soprattutto, senza seri motivi. Siccome essi non sono affatto tenuti a sottomettersi ai nostri capricci, potrebbero benissimo non scomodarsi; ed è a questo punto soprattutto che altri potrebbero prendere il loro posto e il loro nome.
Delle società propriamente dette
334. Tutto ciò che abbiamo detto sulle riunioni in generale si applica naturalmente alle società regolarmente costituite; queste tuttavia devono lottare contro alcune difficoltà particolari che nascono dal legame stesso che unisce i suoi membri. Essendoci stati richiesti più volte dei chiarimenti, li riassumeremo qui in poche parole.
Lo Spiritismo sta appena nascendo ed è ancora troppo diversamente apprezzato, troppo poco compreso nella sua essenza da un grande numero di adepti, perché sia in grado di offrire un legame forte tra i membri di un qualcosa che possa chiamarsi associazione. Questo legame può esistere soltanto tra coloro che ne vedono il fine morale, lo comprendono e lo applicano a sé stessi. Tra coloro che non vi scorgono che fatti più o meno curiosi, non potrebbe esserci un legame serio. In effetti, mettendo costoro i fatti al disopra dei principi, una semplice divergenza sul modo di giudicarli potrebbe dividerli. Non è lo stesso per i primi, poiché sulla questione morale non possono esistere due modi diversi di vedere. C'è anche da osservare che, ovunque essi si incontrino, una confidenza reciproca attira gli uni verso gli altri; la mutua benevolenza, che regna tra di loro, allontana l'imbarazzo e la soggezione che nascono dalla suscettibilità, dall'orgoglio che scatta alla minima contraddizione, dall'egoismo che rapporta tutto a sé. Una società dove tali sentimenti regnassero senza riserve, dove ci si riunisse con lo scopo di istruirsi secondo gli insegnamenti degli Spiriti — e non con la speranza di vedere delle cose più o meno interessanti o per far prevalere la propria opinione — una tale società, ammettiamolo, sarebbe non solo vitale, ma indissolubile. La difficoltà di riunire numerosi elementi sia pure omogenei, ci porta a dire che da questo punto di vista, nell'interesse degli studi e per il bene della cosa stessa, le riunioni spiritiste devono mirare a moltiplicarsi attraverso piccoli gruppi piuttosto che cercare di costituirsi in grandi agglomeramenti. Questi gruppi, corrispondendo tra di loro, visitandosi, trasmettendosi le loro osservazioni, possono fin d'ora formare il nucleo della grande famiglia spiritista, la quale raggrupperà un giorno tutte le opinioni e unirà gli uomini in un medesimo sentimento di fraternità, caratterizzato dalla carità cristiana.
335. Noi abbiamo visto quale importanza abbia la uniformità di sentimenti per il conseguimento di buoni risultati. Questa uniformità è necessariamente tanto più difficile da ottenere quanto più grande è il numero. Nelle aggregazioni poco numerose, ci si conosce meglio, si è più sicuri degli elementi che qualcuno vi introduce; silenzio e raccoglimento vi si incontrano più facilmente e tutto vi accade come in famiglia. Le grandi assemblee escludono l'intimità, a causa della varietà degli elementi di cui si compongono. Esse esigono dei locali speciali, delle risorse economiche e un apparato amministrativo, tutte cose inutili nei piccoli gruppi. La divergenza dei caratteri, delle idee, delle opinioni qui viene dilatata e offre agli Spiriti perturbatori maggiori occasioni per seminarvi la discordia. Più la riunione è numerosa, più è difficile accontentare tutti, poiché ciascuno vorrebbe che i lavori fossero diretti a suo piacimento e che ci si occupasse di preferenza dei soggetti che più lo interessano. Alcuni credono che il titolo di socio dia loro il diritto d'imporre il proprio modo di vedere. Da qui i conflitti e una causa di malessere che portano prima o poi alla disunione, quindi alla dissoluzione, sorte di tutte le società, qualunque ne sia l'oggetto. I piccoli comitati non sono soggetti alle medesime fluttuazioni. La caduta di una grande società sarebbe un fallimento evidente per la causa dello Spiritismo, e i suoi nemici non mancherebbero di avvalersene. La dissoluzione di un piccolo gruppo, invece, passa inosservata, e, d'altra parte, se uno si disperde, altri venti se ne costituiscono a fianco. Orbene, venti gruppi tra le quindici e le venti persone otterranno di più e faranno di più, per la propaganda, di un'assemblea di trecento o quattrocento persone.
Senza dubbio, si dirà che i membri di una società, i quali agissero come abbiamo appena illustrato, non sarebbero dei veri Spiritisti, poiché il primo dovere che impone la Dottrina è quello della carità e della benevolenza. Ciò è perfettamente giusto. Perciò, coloro che la pensano così degli Spiritisti di nome, piuttosto che di fatto. Essi non appartengono sinceramente alla terza categoria (vedere n.28); ma chi dice che essi meritino almeno il semplice appellativo di Spiritisti? Qui si presenta una considerazione che non è destituita di gravità.
336. Non dimentichiamo che lo Spiritismo ha dei nemici interessati a ostacolare la marcia e che vedono con dispetto i suoi successi. I nemici più pericolosi non sono però quelli che lo attaccano apertamente, ma quelli che agiscono nell'ombra; costoro lo accarezzano con una mano e lo dilaniano con l'altra. Questi esseri malvagi si insinuano ovunque e possono fare del male. Siccome essi sanno che l'unione è una potenza, cercano di distruggerla gettando i pomi della discordia. Chi ci dice allora che quanti, nelle riunioni, seminano turbamento e zizzania non siano degli agenti provocatori, interessati al disordine? A colpo sicuro, non sono Spiritisti né veri né buoni. Essi non potranno fare mai niente di buono e molto possono fare di male. Si comprende come essi abbiano molta più facilità a intrufolarsi nelle riunioni numerose piuttosto che nei piccoli comitati dove tutti si conoscono tra loro. Grazie a occulti intrighi, che passano inosservati, essi seminano il dubbio, la diffidenza e il disamore. Sotto l'apparenza di un ipocrita interesse per la cosa, essi criticano tutto, formano dei conciliaboli e delle cricche che ben presto rompono l'armonia dell'assemblea. Ed è proprio ciò che vogliono. Di fronte a tali individui, fare appello ai sentimenti di carità e di fraternità è parlare a dei sordi volontari, poiché il loro scopo è precisamente quello di distruggere questi sentimenti che sono il più grande ostacolo ai loro intrighi. Questo stato di cose, sgradevole in tutte le società, lo è ancor di più nelle società spiritiste, poiché, qualora non causi una rottura, senza dubbio procura una preoccupazione incompatibile con il raccoglimento e l'attenzione.
337. Se la riunione ha preso una cattiva strada, si dirà, uomini sensati e ben intenzionati non hanno forse il diritto di critica? Devono essi lasciar passare il male, approvarlo con il loro silenzio? Senza dubbio è un loro diritto: di più, è un dovere. Ma se la loro intenzione è realmente buona, essi manifesteranno le loro opinioni con buona creanza e benevolenza, apertamente e non con sotterfugi. Se però non ci fosse seguito, si ritirino. Infatti, non sarebbe concepibile che colui che non avesse alcun secondo fine si ostinasse a restare in una società, dove si facessero cose che fossero per lui sconvenienti.
Si può dunque stabilire per principio che chiunque, in una riunione spiritista, istighi al disordine e alla disgregazione, apertamente o di nascosto e con qualsiasi mezzo, è o un agente provocatore o, quanto meno, un pessimo Spiritista, di cui non è mai troppo presto sbarazzarsi. Ma gli impegni stessi che legano tutti i membri vi pongono spesso ostacolo. È per questo che conviene evitare gli impegni indissolubili: gli uomini dabbene sono sempre abbastanza impegnati; i malintenzionati lo sono sempre troppo.
338. Oltre alle persone notoriamente malevole, che si intrufolano nelle riunioni, vi sono quelle che, per carattere, portano dappertutto lo scompiglio con sé, ovunque esse si trovino. Non si è, dunque mai troppo circospetti riguardo ai nuovi elementi che vi vengono introdotti. I più pericolosi, in questo caso, non sono gli ignoranti riguardo alla materia e neppure quelli che non credono: la fede si acquisisce soltanto attraverso l'esperienza, e ci sono persone che desiderano illuminarsi di buona fede. Quelli da cui, soprattutto, bisogna guardarsi sono gli individui dai sistemi preconcetti, egualmente dagli increduli che dubitano di tutto, anche dell'evidenza; bisogna poi guardarsi dagli orgogliosi, che pretendono di essere i soli a essere infusi della luce del sapere, vogliono imporre ovunque la loro opinione e guardano con disprezzo chiunque non la pensi come loro. Non lasciatevi illudere dal loro preteso desiderio di istruirsi; ne incontrereste più d'uno arrabbiatissimo per esser costretto ad ammettere che si è sbagliato. Guardatevi specialmente da quegli scialbi difensori che vogliono sempre avere l'ultima parola e da quelli che non si compiacciono se non nella contraddizione. Gli uni e gli altri fanno solo perdere tempo, senza alcun vantaggio neppure per sé stessi. Gli Spiriti non amano le parole inutili.
339. Vista la necessità di evitare ogni causa di turbamento e di distrazione, una società spiritista che si stia organizzando deve prestare ogni sua attenzione alle misure adatte a togliere ai fautori di disordini i mezzi per nuocere e a facilitare il più possibile il loro allontanamento. Le piccole riunioni, per il buon funzionamento delle sedute, non hanno bisogno che di un regolamento disciplinare molto semplice. Le società regolarmente costituite esigono una organizzazione più completa; la migliore sarà quella i cui ingranaggi saranno i meno complicati. Le società e le riunioni potranno attingere ciò che sarà loro applicabile, o ciò che esse crederanno utile, nel regolamento della Società Parigina degli Studi Spiritisti, che abbiamo qui inserito, più avanti.
340. Le società piccole o grandi e tutte le riunioni, qualunque ne sia l’importanza, devono lottare contro un altro scoglio. I fautori di perturbamenti non si trovano solo nel loro seno, essi si trovano egualmente nel mondo invisibile. Allo stesso modo che vi sono Spiriti protettori per le società, le città e i popoli, così Spiriti malefici si attaccano ai gruppi come agli individui. Essi si attaccano dapprima ai più deboli, ai più accessibili, cercando di farne dei loro strumenti, e progressivamente fanno in modo di circuire le masse; perché il loro piacere maligno si sviluppa in ragione del numero di coloro che essi riescono a tenere sotto il loro giogo. Tutte le volte dunque che, all'interno di un gruppo, una persona cade nella loro trappola, bisogna dirsi che c'è un nemico in campo, un lupo nell'ovile, e che ci si deve mettere in guardia, poiché è più che probabile ch'egli moltiplicherà i suoi tentativi. Se non lo si scoraggia con un'energica resistenza, l'ossessione diventerà allora come un male contagioso che si manifesterà nei medium attraverso la perturbazione della medianità e negli altri con l'ostilità dei sentimenti, la perversione del senso morale e lo squilibrio armonico. Siccome il più potente antidoto di questo veleno è la carità, è proprio la carità ch'essi cercheranno di soffocare. Non bisogna quindi attendere che il male sia diventato incurabile per porvi rimedio; e neppure bisogna attenderne i primi sintomi. Ma occorre soprattutto darsi da fare per prevenirlo. Per questo, due sono i mezzi efficaci se ben impiegati: la preghiera fatta di cuore e lo studio attento dei più piccoli segni che rivelino la presenza di Spiriti mistificatori. Il primo mezzo attrae i buoni Spiriti che non assistono con zelo che coloro i quali li incoraggiano con la loro fiducia in Dio; l'altro mezzo dimostra ai malvagi che essi hanno a che fare con persone sufficientemente accorte e sensate da non lasciarsi ingannare.
Se uno dei membri del gruppo subisse l'influenza dell'ossessione, tutti gli sforzi dovranno tendere, fin dai primi indizi, ad aprirgli gli occhi — nel timore che il male si aggravi — in modo da inculcare in lui sia il convincimento che sta per essere ingannato, sia il desiderio di assecondare coloro che lo vogliono liberare.
341. L'influenza dell'ambiente è la conseguenza della natura degli Spiriti e del loro modo di agire sugli esseri viventi. Da questa influenza ciascuno può dedurre da sé stesso le condizioni più favorevoli per una società che aspiri a ingraziarsi la simpatia dei buoni Spiriti e a ottenere solo buone comunicazioni, allontanando gli Spiriti malvagi. Queste condizioni rientrano nelle disposizioni morali degli astanti; esse si riassumono nei seguenti punti:
Perfetta comunione di vedute e di sentimenti;
Benevolenza reciproca fra tutti i membri;
Rinuncia a ogni sentimento contrario alla vera carità cristiana;
Unico desiderio: quello di istruirsi e migliorarsi attraverso l'insegnamento dei buoni Spiriti, e messa a profitto dei loro consigli. Chiunque sia persuaso che gli Spiriti superiori si manifestino allo scopo di farci progredire e non per il nostro piacere, comprenderà come essi siano costretti ad allontanarsi da quanti si limitano ad ammirare il loro stile, senza ricavarne alcun frutto, e da quanti stimano l'importanza delle sedute soltanto dall'interesse più o meno grande che esse offrono, a seconda dei loro gusti particolari;
Esclusione di tutto ciò che, nelle comunicazioni richieste agli Spiriti, avesse solo uno scopo di curiosità;
Rispettoso silenzio e raccoglimento durante i colloqui con gli Spiriti;
Associazione di tutti gli astanti, attraverso il pensiero, all'appello fatto agli Spiriti che vengono evocati;
Concorso dei medium dell'assemblea con rinuncia di ogni sentimento di orgoglio, di amor proprio e di supremazia, e con l'unico desiderio di rendersi utili.
Sono forse così difficili da osservarsi queste condizioni, che non le si possa soddisfare? Noi non lo pensiamo. Al contrario, noi speriamo che le riunioni veramente serie — siccome già ne esistono in diverse località — si moltiplichino, e non esitiamo a dire che è a loro che lo Spiritismo dovrà la sua più vasta diffusione. Riunendo uomini onesti e coscienziosi, tali riunioni imporranno il silenzio alle critiche, e più le loro intenzioni saranno pure, più esse saranno rispettate, perfino dai loro avversari. Quando la derisione attacca il bene, cessa di far ridere: essa si rende semplicemente spregevole. Sarà nelle riunioni di questo genere che si stabiliranno, per forza di cose, un vero legame di simpatia e una mutua solidarietà, che contribuiranno al progresso generale.
342. Sarebbe un errore credere che le riunioni dove ci si occupi più specificamente delle manifestazioni fisiche siano fuori da questa armonia fraterna, e che escludano ogni pensiero serio. Se esse, però, non richiedono condizioni così rigorose, non è che vi si possa impunemente assistere con leggerezza; e ci si sbaglierebbe se si credesse che il concorso degli astanti fosse lì completamente nullo. Si ha, invece, prova del contrario nel fatto secondo cui, spesso, le manifestazioni di questo genere, anche se provocate da potenti medium, non possono prodursi in certi ambienti. Ci sono dunque, anche per questo, delle influenze contrarie, e queste influenze non possono attribuirsi che al disaccordo oppure alla ostilità dei sentimenti, tutti motivi che paralizzano gli sforzi degli Spiriti.
Le manifestazioni fisiche, come abbiamo detto, hanno una grande utilità. Esse aprono un vasto campo all'osservatore, poiché c'è tutto un ordine di fenomeni insoliti, che si svolge davanti ai suoi occhi e le cui conseguenze sono immense. Un'assemblea può dunque occuparsene con obiettivi serissimi, ma non potrebbe raggiungere il suo obiettivo né come studio né come mezzo di convincimento, se non si ponesse nelle condizioni favorevoli. La prima di tutte è, non la fede degli astanti, ma il loro desiderio di illuminarsi, senza secondi fini, senza il partito preso di rigettare anche l'evidenza. La seconda condizione è la limitazione del numero, per evitare la mescolanza di elementi eterogenei. Anche se le manifestazioni fisiche sono generalmente prodotte dagli Spiriti meno avanzati, non per questo esse hanno uno scopo meno provvidenziale, e i buoni Spiriti le favoriscono tutte le volte che esse possono dare un risultato utile.
Soggetti di studio
343. Quando si sono evocati i propri parenti e amici, o alcuni personaggi celebri per confrontare le loro opinioni dell'aldilà con quelle che essi sostenevano da vivi, ci si è spesso trovati in imbarazzo nell'alimentare con loro la conversazione senza cadere nella banalità e futilità. Molte persone, inoltre, pensano che Il Libro degli Spiriti abbia esaurito la serie di domande riguardanti la morale e la filosofia. È un errore. Per questo giudichiamo utile indicare la fonte da cui si possono attingere argomenti di studio, per così dire, illimitati.
344. Se l'evocazione degli uomini illustri e degli Spiriti superiori è eminentemente utile per l'insegnamento che essi ci offrono, non lo è meno quella degli Spiriti ordinari, benché essi siano incapaci di risolvere le questioni di grande portata. Attraverso la loro inferiorità si rivelano da sé stessi, e quanto minore è la distanza che li separa da noi, tanto più noi vi troviamo delle attinenze con la nostra stessa situazione, senza contare che essi ci offrono spesso dei tratti caratteristici del più alto interesse, come abbiamo già spiegato al n. 281, parlando dell'utilità delle evocazioni particolari. Ciò è dunque una miniera inesauribile di osservazioni, anche quando si prendano in considerazione solo uomini la cui vita presenti qualche particolarità in relazione al genere di morte, all'età, alle buone o cattive qualità, alla loro posizione felice o infelice sulla Terra, alle abitudini, allo stato mentale ecc.
Con gli Spiriti elevati, il quadro degli studi si amplia. Oltre alle domande psicologiche, che hanno un limite, si può loro proporre una infinità di problemi morali, che spaziano all'infinito su tutte le situazioni della vita, sulla condotta migliore da tenersi nella tale o talaltra circostanza, sui nostri reciproci doveri ecc. Il valore dell'istruzione che uno riceve su un tema qualsiasi, morale, storico, filosofico o scientifico, dipende interamente dallo stato dello Spirito che viene interrogato. Sta a noi giudicare.
345. Oltre alle evocazioni propriamente dette, le comunicazioni spontanee offrono degli argomenti di studio all'infinito. Esse consistono nell'attendere l'argomento che agli Spiriti piace trattare. Numerosi medium possono, in questo caso, lavorare simultaneamente. A volte si può fare appello a un determinato Spirito; più comunemente si attendono quelli che vogliono presentarsi, e se ne presentano spesso e nella maniera più imprevista. Queste comunicazioni possono in seguito dar luogo a una infinità di quesiti il cui tema si trova così bell'e pronto. Essi devono poi essere commentati con cura per studiare tutte le idee che racchiudono e giudicare se portano con sé un suggello di verità. Questo esame, fatto con severità, è, come abbiamo detto, la miglior garanzia contro l'intrusione di Spiriti ingannatori. Per questo motivo, così come per l'istruzione di tutti, potrà essere data conoscenza delle comunicazioni ottenute fuori delle riunioni. Come si vede, c'è qui una fonte inesauribile di elementi seri e istruttivi.
346. Elenchiamo qui di seguito come possono essere regolati i lavoridi ciascuna seduta.
1º Lettura delle comunicazioni spiritiste ottenute nell'ultima seduta, stese in bella copia.
2º Relazioni diverse — Corrispondenza — Lettura delle comunicazioni ottenute fuori dalle sedute — Relazione di fatti inerenti allo Spiritismo.
3º Materia di studio — Dettati spontanei — Questioni diverse e problemi morali proposti agli Spiriti — Evocazioni.
4º Conferenza — Esame critico e analitico delle diverse comunicazioni — Discussioni sui diversi punti della scienza spiritista.
347. I gruppi nascenti a volte sono impediti nei loro lavori dalla mancanza di medium. I medium sono sicuramente uno degli elementi essenziali delle riunioni spiritiste ma non ne sono l'elemento indispensabile, e si avrebbe torto a pensare che in mancanza di essi non si riuscirebbe a fare nulla. Senza dubbio, coloro che si riuniscono solo a scopo di sperimentazione, senza medium, non possono fare più di quanto possano fare senza strumenti dei musicisti in un concerto. Ma coloro che hanno in programma lo studio serio hanno mille temi di cui occuparsi, così utili e vantaggiosi che potrebbero agire da sé stessi. D'altra parte, le riunioni che hanno abitualmente dei medium possono accidentalmente ritrovarsene sguarnite, e sarebbe spiacevole che i suoi membri credessero di non dovere fare altro, in questi casi, che ritirarsi. Gli Spiriti stessi possono di tanto in tanto, metterli in questa situazione, al fine di insegnar loro a fare a meno di essi. Noi diremo di più: è cioè necessario, per mettere a frutto i loro insegnamenti, consacrare un certo tempo alla meditazione. Le società scientifiche non sempre hanno a disposizione gli strumenti d'osservazione, ma non per questo si trovano in imbarazzo nel trovare degli argomenti di discussione. In assenza di poeti e oratori, le società letterarie leggono e commentano le opere di autori antichi e moderni. Le società religiose meditano sulle Scritture; le società spiritiste devono fare lo stesso, ed esse trarranno un grande vantaggio per il loro avanzamento, fissando delle conferenze nelle quali si leggerà e si commenterà tutto ciò che può riguardare lo Spiritismo, sia il pro sia il contro. Da questa discussione, in cui ciascuno apporta il tributo delle sue riflessioni, scaturiscono raggi di luce, che in una lettera individuale passerebbero inosservati. A fianco delle opere speciali, i giornali pullulano di fatti, racconti, avvenimenti e brani riguardanti vizi o virtù, i quali sollevano gravi problemi morali che solo lo Spiritismo può risolvere, e questo è ancora un mezzo per provare che esso si adatta a tutte le branche dell'ordine sociale. Noi sosteniamo che una società spiritista che organizzasse il suo lavoro in questo senso, procurandosi il materiale necessario, non troverebbe sufficiente tempo da dedicare alle comunicazioni dirette degli Spiriti. È per questo che noi richiamiamo su questo punto l'attenzione delle riunioni veramente serie, di quelle che hanno a cuore più l'istruirsi che il cercare un passatempo (vedere n. 207, capitolo "Formazione dei medium").
Rivalità tra le società
348. Le riunioni che si occupano esclusivamente delle comunicazioni intelligenti e quelle che si consacrano allo studio delle manifestazioni fisiche hanno ciascuna la loro missione. Né le une né le altre si troverebbero nel vero spirito dello Spiritismo se non si vedessero di buon occhio tra loro, e quella che gettasse pietre contro l'altra dimostrerebbe così soltanto la cattiva influenza da cui è dominata. Tutte devono concorrere, sia pure per vie diverse, allo scopo comune che è la ricerca e la diffusione della verità. Il loro antagonismo, che non sarebbe altro che l'effetto di un orgoglio sovreccitato, fornendo armi ai detrattori non potrebbe che nuocere alla causa che esse pretendono di difendere.
349. Queste ultime riflessioni si applicano in egual misura a tutti i gruppi, che potrebbero comunque differire su alcuni punti della Dottrina. Come abbiamo già detto nel capitolo "Delle contraddizioni", queste divergenze si riferiscono, quasi sempre a degli accessori, spesso anche a dei semplici termini. Ci sarebbe dunque della puerilità nel formare un gruppo a parte solo perché non si pensa esattamente la stessa cosa. Ma peggio ancora sarebbe, se i differenti gruppi di una stessa città si guardassero l'un l'altro con invidia. Si potrebbe comprendere l'invidia tra persone che si facessero concorrenza e potessero arrecarsi un danno materiale; ma, quando non c'è speculazione, l'invidia non può essere che una meschina competizione tra l'amor proprio dell'una e dell'altra parte. Siccome, in definitiva, non c'è società che possa riunire nel suo seno tutti gli adepti, quelle che sono animate dal vero desiderio di diffondere la verità, e il cui fine è unicamente morale, devono assistere con piacere al moltiplicarsi dei gruppi e, se concorrenza c'è tra di loro, ciò deve diventare una gara tra chi farà maggiormente del bene. Quei gruppi che pretendessero di essere nel vero, con esclusione degli altri, dovrebbero dimostrarlo prendendo come motto:
Amore e carità; questo infatti, deve essere il motto di ogni vero Spiritista. Vogliono essi avvalersi della superiorità degli Spiriti che li assistono? Lo provino con la superiorità degli insegnamenti che ricevono e con la loro applicazione su sé stessi: è questo un criterio infallibile per riconoscere distinguere quelli che sono sulla strada migliore.
Alcuni Spiriti, più presuntuosi che razionali, tentano a volte d'imporre dei sistemi insoliti e impraticabili, grazie ai nomi venerati con cui si adornano. Il buon senso fa ben presto giustizia di queste utopie, ma intanto esse possono seminare il dubbio e l'incertezza fra gli adepti. Da qui, spesso, una causa di momentanei dissensi. Oltre ai mezzi che abbiamo indicato per valutare questi sistemi, c'è un altro criterio che dà la misura del loro valore: è il numero di seguaci ch'essi reclutano. La ragione ci dice che il sistema che incontra maggior accoglimento nelle masse deve essere più vicino alla verità di quello che è respinto dalla maggioranza e vede le sue file diradarsi. Abbiate anche per certo che quando gli Spiriti rifiutano la discussione dei loro insegnamenti, è perché ne comprendono la fiacchezza.
350. Se lo Spiritismo, secondo quanto è stato annunciato, deve determinare la trasformazione dell'Umanità ciò non può avvenire che attraverso il miglioramento delle masse. E vi si giungerà solo gradatamente e a poco a poco, con il miglioramento degli individui. Che importanza può avere il credere all'esistenza degli Spiriti se questa credenza non rende migliori, più benevoli e indulgenti verso i propri simili, più umili e pazienti nelle avversità? Che cosa serve all'avaro essere uno Spiritista, se rimane pur sempre avaro? All'orgoglioso, se è pur sempre pieno di sé? All'invidioso, se è pur sempre invidioso? Tutti gli uomini potrebbero dunque credere alle manifestazioni, e l'Umanità restare stazionaria. Non sono tali i disegni di Dio. È al progetto della Provvidenza che devono tendere tutte le società spiritiste serie, raccogliendo intorno a sé tutti coloro che hanno i medesimi sentimenti. Ci sarà allora tra di esse unione, simpatia, fraternità, e non un vano e puerile antagonismo basato sull'amor proprio e fatto di parole piuttosto che di cose. Allora queste società saranno forti e potenti, perché poggeranno su una base incrollabile: il bene verso tutti. Esse saranno allora rispettate e metteranno a tacere la sciocca derisione, perché parleranno nel nome della morale evangelica rispettata da tutti.
Questa è la strada nella quale ci siamo sforzati di immettere lo Spiritismo. La bandiera che noi inalberiamo ben in alto è quella dello
Spiritismo cristiano e umanitario, attorno a cui siamo felici di vedere già tanti uomini raccogliersi in tutti gli angoli del globo. Essi hanno capito, infatti, che qui è l'ancora di salvezza, la salvaguardia dell'ordine pubblico e il segnale di un'era nuova per l'Umanità. Noi invitiamo tutte le società spiritiste a concorrere a questa grande opera. Che da un estremo all'altro del mondo si tendano esse una mano fraterna, così da avviluppare il male nelle maglie di una rete inestricabile.