6.
Prescindiamo per un istante dai fatti che, per noi, rendono la cosa
incontestabile. Ammettiamola a puro titolo di semplice ipotesi. Noi
chiediamo che gli increduli provino, non con una semplice negazione —
poiché la loro opinione non può fare legge — bensì con delle ragioni
categoriche, a dimostrare che una tal cosa non può accadere. Spostiamoci
sul loro terreno, e, poiché essi vogliono apprezzare i fatti spiritisti
con l'aiuto delle leggi della materia, peschino dunque in questo
arsenale qualche dimostrazione matematica, fisica, chimica, meccanica e
fisiologica, e provino per a o per b,sempre partendo dal principio dell'esistenza e della sopravvivenza dell'anima, che:
1° l'essere che pensa in noi durante la vita non deve più pensare dopo la morte;
2° se egli pensa, non deve più pensare a quelli che ha amato;
3° se egli pensa a quelli che ha amato, non deve più voler entrare in comunicazione con loro;
4° se egli può essere dappertutto, non può essere vicino a noi;
5° se egli è vicino a noi, non può comunicare con noi;
6° per mezzo del suo involucro fluidico egli non può agire sulla materia inerte;
7° se egli può agire sulla materia inerte, non può agire su un essere animato;
8° se egli può agire su un essere animato, non può dirigere la sua mano per farlo scrivere;
9° potendo egli farlo scrivere, non può rispondere alle sue domande e trasmettergli il suo pensiero.
Quando gli avversari dello Spiritismo ci avranno dimostrato che ciò
non è possibile, attraverso argomentazioni tanto evidenti quanto quelle
attraverso le quali Galileo dimostrò che non è il Sole che gira intorno
alla Terra, allora noi potremo dire che i loro dubbi sono fondati.
Sfortunatamente, finora, tutta la loro argomentazione si può riassumere
in queste parole: "Io non ci credo, quindi tutto questo è impossibile".
Senza dubbio essi ci diranno che spetta a noi provare la realtà delle
manifestazioni. E noi gliela proviamo con i fatti e con il ragionamento.
Se essi poi non ammettono né l'una né l'altra cosa, se negano anche ciò
che vedono, spetta a loro provare che il nostro ragionamento è falso e
che i fatti sono impossibili.