IL LIBRO DEI MEDIUM o GUIDA DEI MEDIUM E DEGLI EVOCATORI

Allan Kardec

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Sviluppo della medianità

200. Qui ci occuperemo specialmente dei medium scriventi, poiché è il genere di medianità più diffuso e perché, allo stesso tempo, è il più semplice e il più comodo. È quello insomma che dà i risultati più soddisfacenti e più completi ed è anche quello cui tutti ambiscono. Sfortunatamente non esiste a tutt'oggi nessun modo che possa indicarci, sia pure approssimativamente, chi possegga questa facoltà. I segni fisici, nei quali certe persone hanno creduto di ravvisare degli indizi, non hanno nulla di certo. La si può trovare presso i fanciulli e i vecchi, presso gli uomini e le donne, qualunque sia il loro temperamento, il loro stato di salute, il loro grado di sviluppo intellettuale e morale. Non c'è che un solo modo per constatarne l'esistenza, quello di provare.

Come già abbiamo visto, si può ottenere la scrittura per mezzo dei canestrelli e delle tavolette, o direttamente con la mano. Essendo quest'ultimo mezzo il più facile e, al giorno d'oggi, il solo impiegato, è quello al quale noi invitiamo di attenersi preferibilmente. Il procedimento è dei più semplici. Esso consiste unicamente nel prendere una matita e della carta, e mettersi nella posizione di una persona che scriva, senza alcuna preparazione. Ma per un buon esito, molte sono le raccomandazioni indispensabili.

201. Come disposizione materiale, noi raccomandiamo di evitare tutto quanto può ostacolare il libero movimento della mano; è inoltre preferibile che questa non poggi completamente sul foglio. La punta della matita deve posarsi sulla carta quanto basti per scrivere, ma non tanto da opporvi resistenza. Tutte queste precauzioni diventano inutili una volta che si sia giunti a scrivere correttamente, poiché a quel punto nessun ostacolo potrebbe essere d'impedimento. Questi non sono altro che i preliminari per il principiante.

202. Servirsi della penna o della matita è indifferente. Certi medium preferiscono la penna, ma essa può essere utile solo a coloro che sono già abili e che scrivono lentamente. Ve ne sono di quelli che scrivono con una tale velocità, che l'uso della penna sarebbe pressoché impossibile o perlomeno molto scomodo. La medesima cosa succede, quando la scrittura è discontinua e irregolare, o quando si ha a che fare con Spiriti violenti che battono con la punta della matita e la rompono strappando anche il foglio.

203. Il desiderio di ogni aspirante medium è naturalmente quello di potersi intrattenere con lo Spirito delle persone che sono a lui care, ma egli deve contenere la sua impazienza, perché la comunicazione con un determinato Spirito presenta spesso delle difficoltà materiali che la rendono impossibile per il principiante. Perché uno Spirito possa comunicare, sono necessari tra lui e il medium dei rapporti fluidici che non sempre si stabiliscono istantaneamente. È solo nella misura in cui la facoltà si sviluppa che il medium acquista a poco a poco l'attitudine necessaria per entrare in relazione con il primo Spirito che sopraggiunga. Può dunque darsi che lo Spirito, con il quale si desidera comunicare, non si trovi nelle condizioni propizie per farlo nonostante la sua presenza; così come può darsi che egli non abbia né la possibilità né il permesso di rispondere alla chiamata che gli viene fatta. È per questo che, agli inizi, è opportuno non ostinarsi a chiamare un determinato Spirito, escludendo tutti gli altri. Infatti accade spesso che non è con quello che più facilmente si stabiliscano i rapporti fluidici, qualunque sia la simpatia che si nutra per lui. Prima dunque di pensare a ottenere delle comunicazioni dal tale o talaltro Spirito, bisogna tendere allo sviluppo della propria facoltà, e per questo è opportuno fare un'evocazione generale e rivolgersi soprattutto al proprio angelo custode.

Non esiste affatto, a questo riguardo, alcuna formula sacramentale. Chiunque pretendesse di darne una potrebbe essere tacciato, senza alcun timore, di impostura, dal momento che per gli Spiriti la forma equivale a un nulla. Tuttavia l'evocazione deve sempre essere fatta nel nome di Dio. La si può fare nei seguenti termini o in qualunque altro modo equivalente: Prego Dio onnipotente di permettere a uno Spirito buono di comunicare con me e di farmi scrivere; prego anche il mio angelo custode di volermi assistere con benevolenza e di tenere lontano da me i cattivi Spiriti.

Si aspetta allora che uno Spirito si manifesti e ci faccia scrivere qualcosa. Potrebbe darsi che egli sia proprio quello che si desidera, così come potrebbe darsi che sia uno Spirito sconosciuto o l'angelo custode. In tutti i casi egli generalmente si fa riconoscere scrivendo il suo nome. Ma a questo punto sorge la questione dell’identità, che è una di quelle questioni che richiede la massima esperienza, poiché pochi sono i principianti che non corrono il rischio di essere ingannati. Tratteremo questa questione più avanti, in un capitolo specifico.

Nel caso si voglia fare appello a determinati Spiriti, è molto importante, allorché si inizia, rivolgersi solo a quelli che si sa essere buoni e simpatici e che possono avere un valido motivo per venire, quale quello di essere parenti o amici. In tal caso, l'evocazione può essere così formulata: In nome di Dio onnipotente, io prego lo Spirito del tal dei tali di comunicare con me. Oppure: Io prego Dio onnipotente di permettere allo Spirito del tal dei tali di comunicare con me, o qualsiasi altra formula che corrisponda al medesimo concetto. Non meno importante è che le prime domande siano concepite in modo tale che le risposte siano semplicemente sì o no, come per esempio: Sei qui? Vuoi rispondermi? Puoi farmi scrivere? ecc. Più avanti, questa precauzione diventerà inutile. Agli inizi, si tratta solo di stabilire un rapporto. L'essenziale è che la domanda non sia futile, che non riguardi assolutamente cose d'interesse privato e, soprattutto, che sia l'espressione d'un sentimento benevolo e simpatico verso lo Spirito cui ci si rivolge (vedere più avanti il capitolo specifico intitolato "Dell'evocazioni").

204. Cosa ancora più importante da osservarsi, oltre al modo con cui si evoca, è la calma e il raccoglimento, congiunti a un ardente desiderio e a una ferma volontà di riuscire. Per volontà noi non intendiamo qui una volontà effimera, che agisca a tratti e che sia interrotta ogni minuto da altre preoccupazioni; bensì una volontà seria, perseverante, sostenuta, senza impazienza né desiderio febbrile.

Il raccoglimento è favorito dalla solitudine, dal silenzio e dall'allontanamento di tutto ciò che può causare distrazione. Non resta più allora che una cosa da fare: rinnovare ogni giorno i tentativi per dieci minuti, un quarto d'ora o anche più ogni volta; e questo per quindici giorni, un mese, due mesi o più, se dovesse occorrere. Conosciamo dei medium che si sono formati solo dopo sei mesi di esercizi, mentre altri scrivono correttamente fin dalla prima volta.

205.Per evitare tentativi inutili, si può interrogare, attraverso un altro medium, uno Spirito serio e avanzato. Bisogna però osservare che, quando si pone agli Spiriti la domanda per sapere se si è o non si è dei medium, essi quasi sempre rispondono affermativamente, la qual cosa non impedisce che i tentativi siano spesso infruttuosi.

E questo si spiega molto naturalmente. Si rivolge allo Spirito una domanda generica e in modo generico egli risponde. Ora, come ben si sa, nulla è più elastico della facoltà medianica, poiché essa può presentarsi sotto le più svariate forme e con le sfumature più differenti. Si può dunque essere medium senza avvedersene e in un senso che non è quello cui si pensa. A questa vaga domanda: «Sono io un medium?», lo Spirito può rispondere di sì; a quest'altra domanda, più precisa: «Sono io un medium scrivente?», lo Spirito può rispondere di no. Bisogna anche tener conto della natura dello Spirito che viene interrogato. Ve ne sono di così leggeri e ignoranti da rispondere a vanvera, come dei veri storditi. È per questo che noi consigliamo di rivolgersi a Spiriti illuminati, che generalmente rispondono volentieri a queste domande e indicano la miglior strada da seguire, qualora ci sia la possibilità di un buon esito.

206. Un mezzo che molto spesso dà buoni risultati consiste nell'impiegare come ausiliario momentaneo un buon medium scrivente, malleabile e già formato. Se egli poggia la sua mano o anche solo le sue dita sulla mano che deve scrivere è raro che quest'ultima non lo faccia immediatamente. Ben si comprende ciò che avviene in questa circostanza: la mano che tiene la matita diventa in qualche modo una sorta di appendice della mano del medium, come d'altronde lo sarebbe un canestrello o una tavoletta. Ma ciò non impedisce che questo esercizio, quando è possibile impiegarlo, sia molto utile, visto che, ripetuto spesso e regolarmente, aiuta a vincere l'ostacolo materiale e provoca lo sviluppo della facoltà. Inoltre, è sufficiente a volte magnetizzare fortemente, con questa intenzione, il braccio e la mano di colui che vuole scrivere. Spesso il magnetizzatore stesso si limita a posare la sua mano sulla spalla e noi abbiamo visto scrivere prontamente sotto questa influenza. Il medesimo effetto può egualmente prodursi senza alcun contatto e attraverso la sola azione della volontà dell'ausiliario. Senza alcuna difficoltà si comprende subito che la fiducia del magnetizzatore nella propria potenza, tale da produrre questo risultato, deve giocare qui un ruolo determinante, e che un magnetizzatore scettico eserciterebbe un'azione debole se non addirittura nulla.

L'aiuto di una guida esperta, inoltre, è qualche volta molto utile per far osservare al principiante un gran numero di piccole precauzioni, ch'egli spesso trascura a scapito della rapidità dei progressi. Tale aiuto è soprattutto utile per illuminare il principiante sulla natura delle prime domande e sulla maniera di porle. Il suo ruolo è quello di un docente di cui si farà a meno quando si sarà diventati assai abili.

207. Un altro mezzo, che molto può contribuire allo sviluppo della facoltà, consiste nel riunire un certo numero di persone, tutte animate dal medesimo desiderio e dalla comunanza d'intenzioni. A questo punto, tutte simultaneamente, in assoluto silenzio e religioso raccoglimento, tenteranno di scrivere, ciascuna facendo appello al suo angelo custode o a un qualsiasi Spirito simpatico. Una di queste persone può egualmente fare, senza una speciale designazione e in nome di tutti i membri della riunione, un appello generale ai buoni Spiriti, dicendo per esempio: In nome di Dio onnipotente, noi preghiamo i buoni Spiriti di voler comunicare con noi attraverso le persone qui presenti. È raro che nel numero non ve ne sia qualcuna che prontamente non dia segni di medianità oppure che non scriva correttamente in breve tempo.

Facilmente si comprende ciò che accade in questa circostanza. Le persone unite da una comunanza di intenzioni formano un tutto collettivo, la cui potenza e sensibilità vengono accresciute da una sorta di influenza magnetica, che concorre allo sviluppo della facoltà. Fra gli Spiriti attirati da questo concorso di volontà, ve ne sono di quelli che trovano fra gli astanti lo strumento che più loro conviene; se non è l'uno sarà l'altro, e ne approfittano.

Questo mezzo deve soprattutto essere impiegato nei gruppi spiritisti che mancano di medium, o che non ne hanno in numero sufficiente.

208. Si sono cercati dei procedimenti per la formazione dei medium, come si sono cercati dei diagnostici; ma a tutt'oggi non ne conosciamo di più efficaci di quelli che abbiamo menzionato. Nel convincimento che l'ostacolo allo sviluppo della facoltà sia una resistenza del tutto materiale, certe persone pretendono di superarla per mezzo di una sorta di ginnastica, che quasi sloga le braccia e il capo. Non descriveremo questo procedimento che ci viene dall'altro lato dell'Atlantico, non solo perché non abbiamo alcuna prova della sua efficacia, ma per la convinzione che nutriamo circa il fatto che detto procedimento possa presentare un pericolo per le costituzioni delicate, a causa dello shock del sistema nervoso. Se i rudimenti della facoltà non esistono, nulla potrebbe elargirli, neppure l'elettrizzazione, che senza successo è stata impiegata per il medesimo scopo.

209.La fede, nel medium tirocinante, non è una condizione di rigore; essa senza dubbio asseconda gli sforzi, ma non è indispensabile: la purezza dell'intenzione, il desiderio e la buona volontà sono sufficienti. Si sono viste persone completamente miscredenti essere del tutto stupite di scrivere loro malgrado, mentre convinti credenti non riescono ad arrivarvi. La qual cosa prova che questa facoltà attiene a una predisposizione organica.

210. Il primo indizio d'una disposizione a scrivere è dato da una sorta di fremito che percorre il braccio e la mano, e a poco a poco la mano è trascinata da un impulso che non riesce a dominare. Sovente essa, inizialmente, non traccia che dei tratti insignificanti; poi i caratteri si mostrano sempre più netti, e la scrittura finisce per acquisire la rapidità della scrittura corrente. In tutti i casi, bisogna abbandonare la mano al suo movimento naturale, non opporvi resistenza né apportarvi alcuna propulsione.

Certi medium scrivono correntemente e con facilità fin dall'inizio, qualche volta fin dalla prima seduta, cosa però che è abbastanza rara; altri fanno, per un certo tempo, delle aste e dei veri e propri esercizi calligrafici. Gli Spiriti dicono che ciò è per sciogliere loro le articolazioni della mano. Se questi esercizi si protraessero troppo o degenerassero in segni ridicoli, non ci sarebbe più alcun dubbio che si tratta di uno Spirito che si sta divertendo, poiché i buoni Spiriti non fanno mai fare niente d'inutile. In questo caso, bisognerebbe raddoppiare il fervore per richiedere l'assistenza di uno di loro. Se, malgrado ciò, non avviene alcun cambiamento, è opportuno desistere non appena ci si accorge che non si ottiene niente di serio. Si può ricominciare il tentativo ogni giorno, ma è bene smettere ai primi segni equivoci, per non dare questa soddisfazione agli Spiriti burloni.

A queste osservazioni uno Spirito aggiunge: «Vi sono dei medium la cui facoltà non può andare al di là di questi segni. Quando, in capo a qualche mese, essi non ottengono che delle cose insignificanti, come dei sì o dei no, oppure dei grafemi senza seguito, è inutile insistere a scribacchiare in pura perdita. Essi sono sì dei medium, ma medium improduttivi. Del resto, le prime comunicazioni che si ottengono non devono essere considerate altro che degli esercizi affidati a Spiriti secondari. È per questo che bisogna attribuirvi soltanto una mediocre importanza, a causa degli Spiriti che vi sono, per così dire, impiegati in qualità di maestri di scrittura, al fine di dirozzare il medium principiante. Non dovete mai infatti credere che siano degli Spiriti elevati a far fare al medium questi esercizi preparatori. Potrebbe però accadere che, se il medium non ha uno scopo serio, questi Spiriti meno elevati restino e si attacchino a lui. Quasi tutti i medium sono passati attraverso questo crogiolo per svilupparsi. Sta a loro a questo punto fare ciò che bisogna per ingraziarsi la simpatia degli Spiriti veramente superiori.»

211. La difficoltà, per la maggior parte dei medium principianti, è quella di avere a che fare con degli Spiriti inferiori, e devono ritenersi fortunati quando questi non sono altro che Spiriti leggeri. Ogni loro precauzione deve tendere a far sì che essi non prendano piede, perché una volta insediatisi non sempre è facile sbarazzarsene. Questo è un punto talmente importante, soprattutto all'inizio, che senza le dovute attenzioni si può perdere il frutto delle facoltà più belle.

Il primo punto consiste nel mettersi con una fede sincera sotto la protezione di Dio e nell'implorare l'assistenza del proprio angelo custode. Questi è sempre buono, mentre gli Spiriti familiari, simpatizzando con le buone o cattive qualità del medium, possono essere leggeri o anche malvagi.

Il secondo punto consiste nell'applicarsi con cura scrupolosa a riconoscere, attraverso tutti gli indizi che la conoscenza fornisce, la natura dei primi Spiriti che si mettono in comunicazione, e di cui è sempre prudente diffidare. Se questi indizi sono sospetti, bisogna fare un fervido appello al proprio angelo custode e respingere con tutte le forze il cattivo Spirito, provandogli che non si è il suo zimbello, al fine di scoraggiarlo. È proprio per questo che lo studio preventivo della teoria è indispensabile, se si vogliono evitare gli inconvenienti strettamente connessi all'inesperienza. Su questo argomento si troveranno istruzioni molto dettagliate nei capitoli "Dell'ossessione" e "Identità degli Spiriti". Qui noi ci limiteremo a dire che oltre al linguaggio si possono considerare, come prove infallibili dell'inferiorità degli Spiriti, tutti i segni, figure ed emblemi inutili o puerili; ogni scrittura bizzarra, discontinua, alterata a bella posta, di dimensione esagerata o che ostenti forme ridicole e inusitate. La scrittura può essere bruttissima, anche poco leggibile - la qual cosa però riguarda più il medium che lo Spirito - senza per questo avere nulla d'insolito. Noi abbiamo visto medium talmente tratti in inganno da valutare la superiorità degli Spiriti dalla dimensione dei caratteri, e da attribuire una grande importanza a lettere modellate come caratteri di stampa; una evidente puerilità, incompatibile con una effettiva superiorità.

212. Se importante è non cadere, inavvertitamente, in soggezione di Spiriti malvagi, ancora più importante è il non cadervi volontariamente. Né deve avvenire che un desiderio smodato di scrivere faccia credere che sia indifferente rivolgersi al primo venuto, salvo poi a sbarazzarsene più avanti se non conviene. Infatti, non impunemente si chiede assistenza, per una qualsiasi cosa, a un cattivo Spirito, il quale potrebbe far pagare cari i suoi servizi.

Alcune persone, impazienti di vedere svilupparsi in sé la facoltà medianica, processo secondo loro troppo lento, hanno avuto l'idea di chiamare in loro aiuto uno Spirito qualunque, foss'anche malvagio, prefiggendosi risolutamente di congedarlo in seguito. Parecchi sono stati prontamente accontentati e hanno scritto immediatamente. Ma lo Spirito, non curandosi d'essere stato preso per ripiego è stato meno docile ad andarsene di quanto lo fosse stato a venire. Noi conosciamo persone che sono state punite - per la loro presunzione di credersi tanto forti da poter allontanare tali Spiriti a loro piacimento - attraverso anni di ossessioni d'ogni natura, attraverso le mistificazioni più ridicole, attraverso una tenace fascinazione, e anche con disgrazie materiali e con le più crudeli delusioni. Lo Spirito si mostrò dapprimaapertamente malvagio, poi ipocrita, al fine di far credere o alla sua conversione o alla pretesa potenza del suo soggiogato di aver la facoltà di cacciarlo via a seconda del proprio volere.

213. La scrittura è a volte leggibilissima, le parole e le lettere perfettamente distaccate. Ma, con certi medium, essa è difficile da decifrare per chiunque non sia quello che scrive: bisogna farci l'abitudine. Tale scrittura è assai spesso formata da grandi tratti: gli Spiriti sono poco economi in fatti di carta! Quando una parola o una frase è troppo poco leggibile, si prega lo Spirito di voler cortesemente ricominciare, cosa che generalmente egli fa volentieri. Quando però la scrittura è abitualmente illeggibile, anche per il medium, questi riesce quasi sempre a ottenerne una più netta, attraverso esercizi frequenti e persistenti, apportandovi una forte volontà, e pregando con ardore lo Spirito di essere più corretto. Certi Spiriti adottano spesso dei segni convenzionali che diventano abituali nelle consuete riunioni. Per indicare che una domanda non è di loro gradimento e che a essa non vogliono rispondere, essi faranno, per esempio, una lunga riga o qualcosa di equivalente.

Quando lo Spirito ha terminato ciò che aveva da dire, o quando non vuole più rispondere, la mano resta immobile, e il medium, qualunque sia la sua potenza e la sua volontà, non può ottenere una parola di più. Al contrario, finché lo Spirito non ha terminato, la matita scorre sul foglio senza che sia possibile alla mano di fermarsi. Lo Spirito vuol dire spontaneamente qualcosa? La mano allora prende convulsivamente la matita e si mette a scrivere senza potervisi opporre. Il medium, d'altronde, avverte quasi sempre in sé qualcosa che gli indica se c'è solo una interruzione, o se lo Spirito ha terminato. È raro che il medium non si accorga quando lo Spirito si è allontanato.

Queste sono le spiegazioni più importanti che è nostro dovere dare toccando l'argomento della psicografia. L'esperienza farà conoscere, attraverso la pratica, alcuni dettagli che sarebbe inutile riportare qui, e per i quali ci si orienterà secondo i principi generali. Che provino in tanti, e si troveranno più medium di quanti si possa pensare.

214. Tutto ciò che abbiamo fin qui detto si applica alla scrittura meccanica, quella che tutti i medium cercano di ottenere, e a ragione. Ma il meccanismo puro è molto raro, e molto spesso vi si unisce, più o meno, anche l'intuizione. Il medium, che ha coscienza di quanto scrive, è naturalmente portato a dubitare della sua facoltà; egli non sa se ciò proviene da lui o da un Spirito estraneo. Egli tuttavia non deve preoccuparsene affatto e deve proseguire egualmente. Osservi sé stesso con attenzione, e riconoscerà facilmente in ciò che scrive una quantità di cose che non erano nel suo pensiero, che sono a esso persino contrarie; prova evidente che esse non provengono da lui. Prosegua così dunque, e il dubbio si dissiperà con l'esperienza.

215.Se al medium non è concesso di essere esclusivamente meccanico, tutti i tentativi per ottenere questo risultato saranno infruttuosi. Ciò nondimeno egli avrebbe torto di credersi, per questo, abbandonato. S'egli è dotato della sola medianità intuitiva, bisogna bene che se ne accontenti, ed essa non tralascerà di rendergli dei grandi servigi, posto ch'egli sappia metterla a frutto e che non la respinga.

Se dopo inutili tentativi, protrattisi per un certo tempo, non si produce alcun indizio di movimento involontario, o se questi movimenti sono troppo deboli per dare dei risultati, il medium non deve esitare a scrivere il primo pensiero che gli viene suggerito, senza preoccuparsi se esso provenga da lui o da una sorgente estranea: l'esperienza gli insegnerà a farne la distinzione. Capita molto spesso, d'altronde, che il movimento meccanico si sviluppi più avanti.

Abbiamo detto più sopra che vi sono casi in cui è indifferente sapere se il pensiero venga dal medium o da uno Spirito estraneo. Questo avviene soprattutto quando, essendo un medium puramente intuitivo o ispirato, esegue da sé stesso un lavoro d'immaginazione. Poco importa ch'egli si attribuisca un pensiero che potrebbe essergli stato suggerito. Se gli vengono delle buone idee, ne ringrazi il suo buon genio, e gliene saranno suggerite delle altre. Tale è l'ispirazione dei poeti, dei filosofi e dei sapienti.

216. Supponiamo ora che la facoltà medianica sia pienamente sviluppata; che il medium scriva con facilità; ch'egli sia, in una parola, ciò che si dice un medium fatto. A questo punto sarebbe un grosso errore, da parte sua, il credersi dispensato da ogni altra istruzione. Egli non ha superato che una resistenza materiale, ma è proprio ora che per lui incominciano le vere difficoltà, è proprio ora ch'egli ha più che mai bisogno dei consigli della prudenza e dell'esperienza, se non vuole precipitare nei mille inganni che stanno per essergli tesi. S'egli vuole troppo presto volare con le proprie ali, non tarderà a cadere vittima degli Spiriti mentitori, i quali cercheranno di sfruttare la sua presunzione.

217. Una volta che nel medium si sia sviluppata la medianità, è essenziale ch'egli non ne faccia assolutamente abuso. La soddisfazione ch'essa procura a certi principianti, eccita in loro un entusiasmo che è importante moderare. Essi devono considerare che la facoltà viene loro data per operare il bene e non per soddisfare una vana curiosità. È per questo che è utile servirsene solo nei momenti opportuni e non a ogni istante. Poiché gli Spiriti non sono costantemente ai loro ordini, questi principianti corrono il rischio di lasciarsi abbindolare dagli Spiriti mistificatori. È bene adottare a questo scopo delle ore e dei giorni determinati, perché vi si apportino delle disposizioni più concentrate, e perché gli Spiriti che vogliono presentarsi si trovino preavvertiti e si dispongano di conseguenza.

218. Se, malgrado tutti i tentativi, la medianità non si rivelasse in alcun modo, converrebbe proprio rinunciarvi, così come si rinuncia a cantare quando non si ha voce. Colui che non conosca una lingua si servirà di un traduttore; bisogna qui fare la medesima cosa, vale a dire fare ricorso a un altro medium. In mancanza di un medium, non bisogna credere di essere privi dell'assistenza degli Spiriti. La medianità è per loro un mezzo per esprimersi, ma non un esclusivo mezzo d'attrazione. Quelli che sono a noi affezionati ci sono vicini, che si sia o non si sia medium. Un padre non abbandona il suo bambino, perché questo è sordo e cieco, e non può né vederlo né sentirlo; egli lo circonda di cure e sollecitudine, così come fanno i buoni Spiriti nei nostri confronti. Se essi non possono trasmetterci materialmente il loro pensiero, ci vengono in aiuto con l'ispirazione.