Sviluppo della medianità
200.
Qui ci occuperemo specialmente dei medium scriventi, poiché è il genere
di medianità più diffuso e perché, allo stesso tempo, è il più semplice
e il più comodo. È quello insomma che dà i risultati più soddisfacenti e
più completi ed è anche quello cui tutti ambiscono. Sfortunatamente non
esiste a tutt'oggi nessun modo che possa indicarci, sia pure
approssimativamente, chi possegga questa facoltà. I segni fisici, nei
quali certe persone hanno creduto di ravvisare degli indizi, non hanno
nulla di certo. La si può trovare presso i fanciulli e i vecchi, presso
gli uomini e le donne, qualunque sia il loro temperamento, il loro stato
di salute, il loro grado di sviluppo intellettuale e morale. Non c'è
che un solo modo per constatarne l'esistenza, quello di provare.
Come già abbiamo visto, si può ottenere la scrittura per mezzo dei
canestrelli e delle tavolette, o direttamente con la mano. Essendo
quest'ultimo mezzo il più facile e, al giorno d'oggi, il solo impiegato,
è quello al quale noi invitiamo di attenersi preferibilmente. Il
procedimento è dei più semplici. Esso consiste unicamente nel prendere
una matita e della carta, e mettersi nella posizione di una persona che
scriva, senza alcuna preparazione. Ma per un buon esito, molte sono le
raccomandazioni indispensabili.
201.
Come disposizione materiale, noi raccomandiamo di evitare tutto quanto
può ostacolare il libero movimento della mano; è inoltre preferibile che
questa non poggi completamente sul foglio. La punta della matita deve
posarsi sulla carta quanto basti per scrivere, ma non tanto da opporvi
resistenza. Tutte queste precauzioni diventano inutili una volta che si
sia giunti a scrivere correttamente, poiché a quel punto nessun ostacolo
potrebbe essere d'impedimento. Questi non sono altro che i preliminari
per il principiante.
202. Servirsi
della penna o della matita è indifferente. Certi medium preferiscono la
penna, ma essa può essere utile solo a coloro che sono già abili e che
scrivono lentamente. Ve ne sono di quelli che scrivono con una tale
velocità, che l'uso della penna sarebbe pressoché impossibile o
perlomeno molto scomodo. La medesima cosa succede, quando la scrittura è
discontinua e irregolare, o quando si ha a che fare con Spiriti
violenti che battono con la punta della matita e la rompono strappando
anche il foglio.
203.
Il desiderio di ogni aspirante medium è naturalmente quello di potersi
intrattenere con lo Spirito delle persone che sono a lui care, ma egli
deve contenere la sua impazienza, perché la comunicazione con un
determinato Spirito presenta spesso delle difficoltà materiali che la
rendono impossibile per il principiante. Perché uno Spirito possa
comunicare, sono necessari tra lui e il medium dei rapporti fluidici che
non sempre si stabiliscono istantaneamente. È solo nella misura in cui
la facoltà si sviluppa che il medium acquista a poco a poco l'attitudine
necessaria per entrare in relazione con il primo Spirito che
sopraggiunga. Può dunque darsi che lo Spirito, con il quale si desidera
comunicare, non si trovi nelle condizioni propizie per farlo nonostante la sua presenza; così
come può darsi che egli non abbia né la possibilità né il permesso di
rispondere alla chiamata che gli viene fatta. È per questo che, agli
inizi, è opportuno non ostinarsi a chiamare un determinato Spirito,
escludendo tutti gli altri. Infatti accade spesso che non è con quello
che più facilmente si stabiliscano i rapporti fluidici, qualunque sia la
simpatia che si nutra per lui. Prima dunque di pensare a ottenere delle
comunicazioni dal tale o talaltro Spirito, bisogna tendere allo
sviluppo della propria facoltà, e per questo è opportuno fare
un'evocazione generale e rivolgersi soprattutto al proprio angelo
custode.
Non esiste affatto, a questo riguardo, alcuna
formula sacramentale. Chiunque pretendesse di darne una potrebbe essere
tacciato, senza alcun timore, di impostura, dal momento che per gli
Spiriti la forma equivale a un nulla. Tuttavia l'evocazione deve sempre
essere fatta nel nome di Dio. La si può fare nei seguenti termini o in
qualunque altro modo equivalente: Prego Dio
onnipotente di permettere a uno Spirito buono di comunicare con me e di
farmi scrivere; prego anche il mio angelo custode di volermi assistere
con benevolenza e di tenere lontano da me i cattivi Spiriti.
Si aspetta allora che uno Spirito si manifesti e ci faccia scrivere
qualcosa. Potrebbe darsi che egli sia proprio quello che si desidera,
così come potrebbe darsi che sia uno Spirito sconosciuto o l'angelo
custode. In tutti i casi egli generalmente si fa riconoscere scrivendo
il suo nome. Ma a questo punto sorge la questione dell’identità, che
è una di quelle questioni che richiede la massima esperienza, poiché
pochi sono i principianti che non corrono il rischio di essere
ingannati. Tratteremo questa questione più avanti, in un capitolo
specifico.
Nel caso si voglia fare appello a determinati
Spiriti, è molto importante, allorché si inizia, rivolgersi solo a
quelli che si sa essere buoni e simpatici e che possono avere un valido
motivo per venire, quale quello di essere parenti o amici. In tal caso,
l'evocazione può essere così formulata: In nome di Dio onnipotente, io prego lo Spirito del tal dei tali di comunicare con me. Oppure: Io prego Dio onnipotente di permettere allo Spirito del tal dei tali di comunicare con me, o
qualsiasi altra formula che corrisponda al medesimo concetto. Non meno
importante è che le prime domande siano concepite in modo tale che le
risposte siano semplicemente sì o no, come per esempio: Sei qui? Vuoi rispondermi? Puoi farmi scrivere? ecc.
Più avanti, questa precauzione diventerà inutile. Agli inizi, si tratta
solo di stabilire un rapporto. L'essenziale è che la domanda non sia
futile, che non riguardi assolutamente cose d'interesse privato e,
soprattutto, che sia l'espressione d'un sentimento benevolo e simpatico
verso lo Spirito cui ci si rivolge (vedere più avanti il capitolo
specifico intitolato "Dell'evocazioni").
204. Cosa
ancora più importante da osservarsi, oltre al modo con cui si evoca, è
la calma e il raccoglimento, congiunti a un ardente desiderio e a una
ferma volontà di riuscire. Per volontà noi non intendiamo qui una
volontà effimera, che agisca a tratti e che sia interrotta ogni minuto
da altre preoccupazioni; bensì una volontà seria, perseverante,
sostenuta, senza impazienza né desiderio febbrile.
Il raccoglimento è favorito dalla solitudine, dal silenzio e
dall'allontanamento di tutto ciò che può causare distrazione. Non resta
più allora che una cosa da fare: rinnovare ogni giorno i tentativi per
dieci minuti, un quarto d'ora o anche più ogni volta; e questo per
quindici giorni, un mese, due mesi o più, se dovesse occorrere.
Conosciamo dei medium che si sono formati solo dopo sei mesi di
esercizi, mentre altri scrivono correttamente fin dalla prima volta.
205.Per
evitare tentativi inutili, si può interrogare, attraverso un altro
medium, uno Spirito serio e avanzato. Bisogna però osservare che, quando
si pone agli Spiriti la domanda per sapere se si è o non si è dei
medium, essi quasi sempre rispondono affermativamente, la qual cosa non
impedisce che i tentativi siano spesso infruttuosi.
E questo
si spiega molto naturalmente. Si rivolge allo Spirito una domanda
generica e in modo generico egli risponde. Ora, come ben si sa, nulla è
più elastico della facoltà medianica, poiché essa può presentarsi sotto
le più svariate forme e con le sfumature più differenti. Si può dunque
essere medium senza avvedersene e in un senso che non è quello cui si
pensa. A questa vaga domanda: «Sono io un medium?», lo Spirito può
rispondere di sì; a quest'altra domanda, più precisa: «Sono io un medium
scrivente?», lo Spirito può rispondere di no. Bisogna anche tener conto
della natura dello Spirito che viene interrogato. Ve ne sono di così
leggeri e ignoranti da rispondere a vanvera, come dei veri storditi. È
per questo che noi consigliamo di rivolgersi a Spiriti illuminati, che
generalmente rispondono volentieri a queste domande e indicano la
miglior strada da seguire, qualora ci sia la possibilità di un buon
esito.
206. Un
mezzo che molto spesso dà buoni risultati consiste nell'impiegare come
ausiliario momentaneo un buon medium scrivente, malleabile e già
formato. Se egli poggia la sua mano o anche solo le sue dita sulla mano
che deve scrivere è raro che quest'ultima non lo faccia immediatamente.
Ben si comprende ciò che avviene in questa circostanza: la mano che
tiene la matita diventa in qualche modo una sorta di appendice della
mano del medium, come d'altronde lo sarebbe un canestrello o una
tavoletta. Ma ciò non impedisce che questo esercizio, quando è possibile
impiegarlo, sia molto utile, visto che, ripetuto spesso e regolarmente,
aiuta a vincere l'ostacolo materiale e provoca lo sviluppo della
facoltà. Inoltre, è sufficiente a volte magnetizzare fortemente, con
questa intenzione, il braccio e la mano di colui che vuole scrivere.
Spesso il magnetizzatore stesso si limita a posare la sua mano sulla
spalla e noi abbiamo visto scrivere prontamente sotto questa influenza.
Il medesimo effetto può egualmente prodursi senza alcun contatto e
attraverso la sola azione della volontà dell'ausiliario. Senza alcuna
difficoltà si comprende subito che la fiducia del magnetizzatore nella
propria potenza, tale da produrre questo risultato, deve giocare qui un
ruolo determinante, e che un magnetizzatore scettico eserciterebbe
un'azione debole se non addirittura nulla.
L'aiuto di una
guida esperta, inoltre, è qualche volta molto utile per far osservare al
principiante un gran numero di piccole precauzioni, ch'egli spesso
trascura a scapito della rapidità dei progressi. Tale aiuto è
soprattutto utile per illuminare il principiante sulla natura delle
prime domande e sulla maniera di porle. Il suo ruolo è quello di un
docente di cui si farà a meno quando si sarà diventati assai abili.
207. Un
altro mezzo, che molto può contribuire allo sviluppo della facoltà,
consiste nel riunire un certo numero di persone, tutte animate dal
medesimo desiderio e dalla comunanza d'intenzioni. A questo punto, tutte
simultaneamente, in assoluto silenzio e religioso raccoglimento,
tenteranno di scrivere, ciascuna facendo appello al suo angelo custode o
a un qualsiasi Spirito simpatico. Una di queste persone può egualmente
fare, senza una speciale designazione e in nome di tutti i membri della
riunione, un appello generale ai buoni Spiriti, dicendo per esempio: In nome di Dio onnipotente, noi preghiamo i buoni Spiriti di voler comunicare con noi attraverso le persone qui presenti. È raro
che nel numero non ve ne sia qualcuna che prontamente non dia segni di
medianità oppure che non scriva correttamente in breve tempo.
Facilmente si comprende ciò che accade in questa circostanza. Le
persone unite da una comunanza di intenzioni formano un tutto
collettivo, la cui potenza e sensibilità vengono accresciute da una
sorta di influenza magnetica, che concorre allo sviluppo della facoltà.
Fra gli Spiriti attirati da questo concorso di volontà, ve ne sono di
quelli che trovano fra gli astanti lo strumento che più loro conviene;
se non è l'uno sarà l'altro, e ne approfittano.
Questo mezzo
deve soprattutto essere impiegato nei gruppi spiritisti che mancano di
medium, o che non ne hanno in numero sufficiente.
208.
Si sono cercati dei procedimenti per la formazione dei medium, come si
sono cercati dei diagnostici; ma a tutt'oggi non ne conosciamo di più
efficaci di quelli che abbiamo menzionato. Nel convincimento che
l'ostacolo allo sviluppo della facoltà sia una resistenza del tutto
materiale, certe persone pretendono di superarla per mezzo di una sorta
di ginnastica, che quasi sloga le braccia e il capo. Non descriveremo
questo procedimento che ci viene dall'altro lato dell'Atlantico, non
solo perché non abbiamo alcuna prova della sua efficacia, ma per la
convinzione che nutriamo circa il fatto che detto procedimento possa
presentare un pericolo per le costituzioni delicate, a causa dello shock
del sistema nervoso. Se i rudimenti della facoltà non esistono, nulla
potrebbe elargirli, neppure l'elettrizzazione, che senza successo è
stata impiegata per il medesimo scopo.
209.La
fede, nel medium tirocinante, non è una condizione di rigore; essa
senza dubbio asseconda gli sforzi, ma non è indispensabile: la purezza
dell'intenzione, il desiderio e la buona volontà sono sufficienti. Si
sono viste persone completamente miscredenti essere del tutto stupite di
scrivere loro malgrado, mentre convinti credenti non riescono ad
arrivarvi. La qual cosa prova che questa facoltà attiene a una
predisposizione organica.
210. Il
primo indizio d'una disposizione a scrivere è dato da una sorta di
fremito che percorre il braccio e la mano, e a poco a poco la mano è
trascinata da un impulso che non riesce a dominare. Sovente essa,
inizialmente, non traccia che dei tratti insignificanti; poi i caratteri
si mostrano sempre più netti, e la scrittura finisce per acquisire la
rapidità della scrittura corrente. In tutti i casi, bisogna abbandonare
la mano al suo movimento naturale, non opporvi resistenza né apportarvi
alcuna propulsione.
Certi medium scrivono correntemente e con
facilità fin dall'inizio, qualche volta fin dalla prima seduta, cosa
però che è abbastanza rara; altri fanno, per un certo tempo, delle aste e
dei veri e propri esercizi calligrafici. Gli Spiriti dicono che ciò è
per sciogliere loro le articolazioni della mano. Se questi esercizi si
protraessero troppo o degenerassero in segni ridicoli, non ci sarebbe
più alcun dubbio che si tratta di uno Spirito che si sta divertendo,
poiché i buoni Spiriti non fanno mai fare niente d'inutile. In questo
caso, bisognerebbe raddoppiare il fervore per richiedere l'assistenza di
uno di loro. Se, malgrado ciò, non avviene alcun cambiamento, è
opportuno desistere non appena ci si accorge che non si ottiene niente
di serio. Si può ricominciare il tentativo ogni giorno, ma è bene
smettere ai primi segni equivoci, per non dare questa soddisfazione agli
Spiriti burloni.
A queste osservazioni uno Spirito aggiunge:
«Vi sono dei medium la cui facoltà non può andare al di là di questi
segni. Quando, in capo a qualche mese, essi non ottengono che delle cose
insignificanti, come dei sì o dei no, oppure dei grafemi senza seguito,
è inutile insistere a scribacchiare in pura perdita. Essi sono sì dei
medium, ma medium improduttivi. Del resto,
le prime comunicazioni che si ottengono non devono essere considerate
altro che degli esercizi affidati a Spiriti secondari. È per questo che
bisogna attribuirvi soltanto una mediocre importanza, a causa degli
Spiriti che vi sono, per così dire, impiegati in qualità di maestri di
scrittura, al fine di dirozzare il medium principiante. Non dovete mai
infatti credere che siano degli Spiriti elevati a far fare al medium
questi esercizi preparatori. Potrebbe però accadere che, se il medium
non ha uno scopo serio, questi Spiriti meno elevati restino e si
attacchino a lui. Quasi tutti i medium sono passati attraverso questo
crogiolo per svilupparsi. Sta a loro a questo punto fare ciò che bisogna
per ingraziarsi la simpatia degli Spiriti veramente superiori.»
211. La
difficoltà, per la maggior parte dei medium principianti, è quella di
avere a che fare con degli Spiriti inferiori, e devono ritenersi
fortunati quando questi non sono altro che Spiriti leggeri. Ogni loro
precauzione deve tendere a far sì che essi non prendano piede, perché
una volta insediatisi non sempre è facile sbarazzarsene. Questo è un
punto talmente importante, soprattutto all'inizio, che senza le dovute
attenzioni si può perdere il frutto delle facoltà più belle.
Il primo punto consiste nel mettersi con una fede sincera sotto la
protezione di Dio e nell'implorare l'assistenza del proprio angelo
custode. Questi è sempre buono, mentre gli Spiriti familiari,
simpatizzando con le buone o cattive qualità del medium, possono essere
leggeri o anche malvagi.
Il secondo punto consiste
nell'applicarsi con cura scrupolosa a riconoscere, attraverso tutti gli
indizi che la conoscenza fornisce, la natura dei primi Spiriti che si
mettono in comunicazione, e di cui è sempre prudente diffidare. Se
questi indizi sono sospetti, bisogna fare un fervido appello al proprio
angelo custode e respingere con tutte le forze il cattivo Spirito,
provandogli che non si è il suo zimbello, al fine di scoraggiarlo. È
proprio per questo che lo studio preventivo della teoria è
indispensabile, se si vogliono evitare gli inconvenienti strettamente
connessi all'inesperienza. Su questo argomento si troveranno istruzioni
molto dettagliate nei capitoli "Dell'ossessione" e "Identità degli Spiriti". Qui noi ci limiteremo a dire che oltre al linguaggio si possono considerare, come prove infallibili dell'inferiorità
degli Spiriti, tutti i segni, figure ed emblemi inutili o puerili; ogni
scrittura bizzarra, discontinua, alterata a bella posta, di dimensione
esagerata o che ostenti forme ridicole e inusitate. La scrittura può
essere bruttissima, anche poco leggibile - la qual cosa però riguarda
più il medium che lo Spirito - senza per questo avere nulla d'insolito.
Noi abbiamo visto medium talmente tratti in inganno da valutare la
superiorità degli Spiriti dalla dimensione dei caratteri, e da
attribuire una grande importanza a lettere modellate come caratteri di
stampa; una evidente puerilità, incompatibile con una effettiva
superiorità.
212. Se
importante è non cadere, inavvertitamente, in soggezione di Spiriti
malvagi, ancora più importante è il non cadervi volontariamente. Né deve
avvenire che un desiderio smodato di scrivere faccia credere che sia
indifferente rivolgersi al primo venuto, salvo poi a sbarazzarsene più
avanti se non conviene. Infatti, non impunemente si chiede assistenza,
per una qualsiasi cosa, a un cattivo Spirito, il quale potrebbe far
pagare cari i suoi servizi.
Alcune persone, impazienti di
vedere svilupparsi in sé la facoltà medianica, processo secondo loro
troppo lento, hanno avuto l'idea di chiamare in loro aiuto uno Spirito
qualunque, foss'anche malvagio, prefiggendosi
risolutamente di congedarlo in seguito. Parecchi sono stati prontamente
accontentati e hanno scritto immediatamente. Ma lo Spirito, non
curandosi d'essere stato preso per ripiego è stato meno docile ad
andarsene di quanto lo fosse stato a venire. Noi conosciamo persone che
sono state punite - per la loro presunzione di credersi tanto forti da
poter allontanare tali Spiriti a loro piacimento - attraverso anni di
ossessioni d'ogni natura, attraverso le mistificazioni più ridicole,
attraverso una tenace fascinazione, e anche con disgrazie materiali e
con le più crudeli delusioni. Lo Spirito si mostrò dapprimaapertamente
malvagio, poi ipocrita, al fine di far credere o alla sua conversione o
alla pretesa potenza del suo soggiogato di aver la facoltà di cacciarlo
via a seconda del proprio volere.
213. La
scrittura è a volte leggibilissima, le parole e le lettere
perfettamente distaccate. Ma, con certi medium, essa è difficile da
decifrare per chiunque non sia quello che scrive: bisogna farci
l'abitudine. Tale scrittura è assai spesso formata da grandi tratti: gli
Spiriti sono poco economi in fatti di carta! Quando una parola o una
frase è troppo poco leggibile, si prega lo Spirito di voler cortesemente
ricominciare, cosa che generalmente egli fa volentieri. Quando però la
scrittura è abitualmente illeggibile, anche per il medium, questi riesce
quasi sempre a ottenerne una più netta, attraverso esercizi frequenti e
persistenti, apportandovi una forte volontà, e
pregando con ardore lo Spirito di essere più corretto. Certi Spiriti
adottano spesso dei segni convenzionali che diventano abituali nelle
consuete riunioni. Per indicare che una domanda non è di loro gradimento
e che a essa non vogliono rispondere, essi faranno, per esempio, una
lunga riga o qualcosa di equivalente.
Quando lo Spirito ha
terminato ciò che aveva da dire, o quando non vuole più rispondere, la
mano resta immobile, e il medium, qualunque sia la sua potenza e la sua
volontà, non può ottenere una parola di più. Al contrario, finché lo
Spirito non ha terminato, la matita scorre sul foglio senza che sia
possibile alla mano di fermarsi. Lo Spirito vuol dire spontaneamente
qualcosa? La mano allora prende convulsivamente la matita e si mette a
scrivere senza potervisi opporre. Il medium, d'altronde, avverte quasi
sempre in sé qualcosa che gli indica se c'è solo una interruzione, o se
lo Spirito ha terminato. È raro che il medium non si accorga quando lo
Spirito si è allontanato.
Queste sono le spiegazioni più
importanti che è nostro dovere dare toccando l'argomento della
psicografia. L'esperienza farà conoscere, attraverso la pratica, alcuni
dettagli che sarebbe inutile riportare qui, e per i quali ci si
orienterà secondo i principi generali. Che provino in tanti, e si
troveranno più medium di quanti si possa pensare.
214.
Tutto ciò che abbiamo fin qui detto si applica alla scrittura
meccanica, quella che tutti i medium cercano di ottenere, e a ragione.
Ma il meccanismo puro è molto raro, e molto spesso vi si unisce, più o
meno, anche l'intuizione. Il medium, che ha coscienza di quanto scrive, è
naturalmente portato a dubitare della sua facoltà; egli non sa se ciò
proviene da lui o da un Spirito estraneo. Egli tuttavia non deve
preoccuparsene affatto e deve proseguire egualmente. Osservi sé stesso
con attenzione, e riconoscerà facilmente in ciò che scrive una quantità
di cose che non erano nel suo pensiero, che sono a esso persino
contrarie; prova evidente che esse non provengono da lui. Prosegua così
dunque, e il dubbio si dissiperà con l'esperienza.
215.Se
al medium non è concesso di essere esclusivamente meccanico, tutti i
tentativi per ottenere questo risultato saranno infruttuosi. Ciò
nondimeno egli avrebbe torto di credersi, per questo, abbandonato.
S'egli è dotato della sola medianità intuitiva, bisogna bene che se ne
accontenti, ed essa non tralascerà di rendergli dei grandi servigi,
posto ch'egli sappia metterla a frutto e che non la respinga.
Se dopo inutili tentativi, protrattisi per un certo tempo, non si
produce alcun indizio di movimento involontario, o se questi movimenti
sono troppo deboli per dare dei risultati, il medium non deve esitare a
scrivere il primo pensiero che gli viene suggerito, senza preoccuparsi
se esso provenga da lui o da una sorgente estranea: l'esperienza gli
insegnerà a farne la distinzione. Capita molto spesso, d'altronde, che
il movimento meccanico si sviluppi più avanti.
Abbiamo detto
più sopra che vi sono casi in cui è indifferente sapere se il pensiero
venga dal medium o da uno Spirito estraneo. Questo avviene soprattutto
quando, essendo un medium puramente intuitivo o ispirato, esegue da sé
stesso un lavoro d'immaginazione. Poco importa ch'egli si attribuisca un
pensiero che potrebbe essergli stato suggerito. Se gli vengono delle
buone idee, ne ringrazi il suo buon genio, e gliene saranno suggerite
delle altre. Tale è l'ispirazione dei poeti, dei filosofi e dei
sapienti.
216.
Supponiamo ora che la facoltà medianica sia pienamente sviluppata; che
il medium scriva con facilità; ch'egli sia, in una parola, ciò che si
dice un medium fatto. A questo punto sarebbe un grosso errore, da parte
sua, il credersi dispensato da ogni altra istruzione. Egli non ha
superato che una resistenza materiale, ma è proprio ora che per lui
incominciano le vere difficoltà, è proprio ora ch'egli ha più che mai
bisogno dei consigli della prudenza e dell'esperienza, se non vuole
precipitare nei mille inganni che stanno per essergli tesi. S'egli vuole
troppo presto volare con le proprie ali, non tarderà a cadere vittima
degli Spiriti mentitori, i quali cercheranno di sfruttare la sua
presunzione.
217.
Una volta che nel medium si sia sviluppata la medianità, è essenziale
ch'egli non ne faccia assolutamente abuso. La soddisfazione ch'essa
procura a certi principianti, eccita in loro un entusiasmo che è
importante moderare. Essi devono considerare che la facoltà viene loro
data per operare il bene e non per soddisfare una vana curiosità. È per
questo che è utile servirsene solo nei momenti opportuni e non a ogni
istante. Poiché gli Spiriti non sono costantemente ai loro ordini,
questi principianti corrono il rischio di lasciarsi abbindolare dagli
Spiriti mistificatori. È bene adottare a questo scopo delle ore e dei
giorni determinati, perché vi si apportino delle disposizioni più
concentrate, e perché gli Spiriti che vogliono presentarsi si trovino
preavvertiti e si dispongano di conseguenza.
218.
Se, malgrado tutti i tentativi, la medianità non si rivelasse in alcun
modo, converrebbe proprio rinunciarvi, così come si rinuncia a cantare
quando non si ha voce. Colui che non conosca una lingua si servirà di un
traduttore; bisogna qui fare la medesima cosa, vale a dire fare ricorso
a un altro medium. In mancanza di un medium, non bisogna credere di
essere privi dell'assistenza degli Spiriti. La medianità è per loro un
mezzo per esprimersi, ma non un esclusivo mezzo d'attrazione. Quelli che
sono a noi affezionati ci sono vicini, che si sia o non si sia medium.
Un padre non abbandona il suo bambino, perché questo è sordo e cieco, e
non può né vederlo né sentirlo; egli lo circonda di cure e
sollecitudine, così come fanno i buoni Spiriti nei nostri confronti. Se
essi non possono trasmetterci materialmente il loro pensiero, ci vengono
in aiuto con l'ispirazione.