IL LIBRO DEI MEDIUM o GUIDA DEI MEDIUM E DEGLI EVOCATORI

Allan Kardec

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Capitolo XXIII - DELL'OSSESSIONE
Ossessione semplice — Fascinazione — Soggiogazione — Cause dell'ossessione — Mezzi per combatterla


237. Nel numero degli ostacoli che presenta la pratica dello Spiritismo, bisogna mettere in prima linea l'ossessione, vale a dire il dominio che alcuni Spiriti sanno avere su certe persone. Essa ha luogo solo per opera degli Spiriti inferiori, i quali cercano sempre di dominare. I buoni Spiriti invece non infliggono alcuna costrizione; essi consigliano, combattono l'influenza degli Spiriti cattivi e, se non li si ascolta, si ritirano in buon ordine. I cattivi Spiriti, al contrario, si attaccano a quelli sui quali trovano facile presa; se poi riescono a dominare qualcuno, s'identificano con lo Spirito di questi e lo conducono come se fosse un vero bambino.

L'ossessione presenta caratteri diversi, che è assolutamente necessario distinguere, e che dipendono dal grado di costrizione e dalla natura degli effetti che esso produce. La parola ossessione è praticamente un termine generico, con i quale si designa questo tipo di fenomeno, le cui principali varietà sono: l'ossessione semplice, la fascinazione e la soggiogazione.

Ossessione semplice


238. L'ossessione semplice si verifica quando uno Spirito maligno si impone a un medium, s'intromette suo malgrado nelle comunicazioni che quello riceve, gli impedisce di comunicare con altri Spiriti e si sostituisce a quelli che sono evocati.

Non si è però degli ossessi per il solo fatto di essere ingannati da uno Spirito mentitore. Il medium migliore può esservi esposto, soprattutto agli inizi, quando egli manca ancora dell'esperienza necessaria, così come fra noi le persone più oneste possono essere vittime degli imbroglioni. Si può dunque essere ingannato senza essere un ossesso. L'ossessione consiste nella tenacia di uno Spirito di cui uno non riesca a sbarazzarsi.

Nell'ossessione semplice il medium sa benissimo di aver a che fare con uno Spirito ingannatore, e costui non si maschera, non dissimula affatto le sue cattive intenzioni e il suo proposito di contrastare. Il medium riconosce senza fatica l'inganno, e siccome si mantiene vigile, raramente viene ingannato. Questo genere di ossessione è dunque semplicemente spiacevole e non presenta altro inconveniente se non quello di opporre un ostacolo alle comunicazioni che si vorrebbero avere con degli Spiriti seri o con quelli che si prediligono.

Possono includersi in questa categoria i casi di ossessione fisica, quella cioè che consiste nelle manifestazioni rumorose e ostinate di certi Spiriti, i quali fanno spontaneamente sentire dei colpi o altri rumori. Ma per questo fenomeno rimandiamo al capitolo intitolato "Manifestazioni fisiche spontanee" (n. 82).


Fascinazione


239. La fascinazione ha conseguenze molto più gravi. È un'illusione prodotta dall'azione diretta dello Spirito sul pensiero del medium e che, in certo modo, paralizza il suo raziocinio rispetto alle comunicazioni. Il medium fascinato non crede di essere ingannato: lo Spirito ha l'abilità di ispirargli una cieca fiducia che gli impedisce di vedere l'inganno e di capire l'assurdità di ciò che scrive, anche quando essa salta agli occhi di tutti. L'illusione può anche arrivare al punto di fargli vedere il sublime nel linguaggio più ridicolo. Si sarebbe in errore se si credesse che a questo genere di ossessione sono soggette soltanto le persone semplici, ignoranti e prive di giudizio. Uomini tra i più spirituali, tra i più colti e tra i più intelligenti sotto altri aspetti non ne sono esenti, la qual cosa prova che questa aberrazione è l'effetto di una causa estranea, di cui essi subiscono l'influenza.

Abbiamo detto che le conseguenze della fascinazione sono molto più gravi. Infatti, grazie all'illusione che da essa proviene, lo Spirito conduce colui che egli è riuscito a dominare, come farebbe con un cieco, e può fargli accettare le dottrine più bizzarre, le teorie più false come se fossero l'unica espressione della verità. Ma ancor di più: può portarlo a situazioni ridicole, compromettenti e anche pericolose.

Facilmente si comprende tutta la differenza che esiste tra l'ossessione semplice e la fascinazione. Ben si comprende anche come gli Spiriti che producono questi due effetti debbano differenziarsi nel carattere. Nella prima, lo Spirito che si attacca a voi non è che un essere importuno per la sua tenacia, e di cui non vedete l'ora di sbarazzarvi. Nella seconda, è tutt'altra cosa. Infatti, occorre uno Spirito ingegnoso, scaltro e profondamente ipocrita, per raggiungere tali scopi, non potendo egli attuare la mutazione e farsi accettare se non con la maschera ch'egli sa assumere, e con l'aiuto di un falso sembiante di virtù. Le grandi parole di carità, umiltà e amor di Dio sono per lui come delle lettere di credito. Ma attraverso tutto ciò lascia intravedere tali segni d'inferiorità, che bisogna essere fascinati per non accorgersene. Così, egli teme soprattutto le persone che vedono troppo chiaro; ed è per questo che la sua tattica è quasi sempre quella di ispirare al suo interprete l'allontanamento di chiunque potrebbe aprirgli gli occhi. Con questo mezzo, evitando ogni contraddizione, egli è certo d'avere sempre ragione.


Soggiogazione


240. La soggiogazione è una costrizione che paralizza la volontà di colui che la subisce facendolo agire suo malgrado. Egli si trova, in una parola, sotto un vero giogo.

La soggiogazione può essere morale o corporale. Nel primo caso, il soggiogato è sollecitato a prendere delle risoluzioni spesso assurde e compromettenti che, per una sorta di illusione, egli crede sensate: si tratta insomma di una specie di fascinazione. Nel secondo caso, lo Spirito agisce sugli organi materiali e provoca dei movimenti involontari. La soggiogazione corporale si esplica presso il medium scrivente in un incessante bisogno di scrivere, anche nei momenti più inopportuni. Noi ne abbiamo visti alcuni che, in mancanza di una penna o di una matita, simulavano di scrivere con le dita sulle porte, sulle pareti e ovunque si trovassero, anche per strada.

La soggiogazione corporale a volte si spinge oltre; essa può spingere agli atti più ridicoli. Abbiamo conosciuto un uomo, che non era né giovane né bello, trovarsi costretto da una forza irresistibile a mettersi in ginocchio davanti a una ragazza, verso la quale non aveva alcuna mira, e chiederla in sposa. Altre volte quest'uomo sentiva sulla schiena e sulle ginocchia una forte pressione che lo costringeva, nonostante la resistenza ch'egli vi opponeva, a mettersi in ginocchio e baciare la terra nei luoghi pubblici e in presenza della folla. Quest'uomo, tra i suoi conoscenti, passava per matto. Ma noi siamo convinti che egli non lo era affatto, dal momento che aveva piena coscienza del ridicolo di ciò che faceva suo malgrado, e ne soffriva orribilmente.

241. Un tempo si dava il nome di possessione al dominio esercitato dagli Spiriti malvagi, quando la loro influenza arrivava fino all'aberrazione delle facoltà della vittima. La possessione, quindi, sarebbe per noi sinonimo di soggiogazione. Se non adottiamo questo termine, è per due motivi: il primo, per il fatto che implica la credenza a degli esseri creati per il male e perpetuamente votati al male, mentre esistono solo degli esseri, più o meno imperfetti, i quali possono tutti migliorarsi. Il secondo, per il fatto che implica egualmente l'idea di una presa di possesso del corpo da parte di uno Spirito estraneo, una specie di coabitazione, mentre non vi è che costrizione. Il termine soggiogazione rende perfettamente l'idea. Così, per noi, non esistono dei posseduti, nel senso ordinario del termine, ma ci sono soltanto degli ossessi, dei soggiogati e degli affascinati.


Cause dell'ossessione


242. L'ossessione, come abbiamo detto, è uno dei più grandi scogli della medianità ed è anche uno dei più frequenti. Così non saranno mai troppe le cure per combatterla, poiché, oltre agli inconvenienti personali che possono risultarne essa è un ostacolo assoluto alla bontà e alla veridicità delle comunicazioni. Essendo l'ossessione, a qualsiasi stadio essa si trovi, sempre l'effetto di una costrizione, e non potendo questa costrizione essere esercitata da un buono Spirito, ne consegue che ogni comunicazione data da un medium ossesso è di origine sospetta e non merita alcuna fiducia. Se talvolta vi si trova del buono, conviene prenderlo e rigettare tutto ciò che è semplicemente dubbioso.

243. L'ossessione si riconosce dai caratteri che qui di seguito elenchiamo.

1º Persistenza di uno Spirito a comunicare in qualunque modo, con la scrittura, l'audizione, la tiptologia ecc., impedendo che altri Spiriti possano farlo.

2º Illusione che, nonostante l'intelligenza del medium, impedisca a questi di riconoscere la falsità e il ridicolo delle comunicazioni che riceve.

3º Fiducia nell'infallibilità e nell'identità assoluta degli Spiriti che comunicano e che, sotto nomi rispettabili e venerati, dicono cose false o assurde.

4º Disposizione del medium a credere ciecamente agli elogi che elargiscono gli Spiriti che comunicano con lui.

5º Propensione del medium ad allontanarsi dalle persone che potrebbero dargli utili avvertimenti.

6º Permalosità di fronte alle critiche riguardanti le comunicazioni che egli riceve.

7º Bisogno incessante e inopportuno di scrivere.

8º Qualsiasi costrizione fisica che domini la volontà del medium e che lo induca ad agire o a parlare suo malgrado.

9º Persistenti rumori e rovesciamenti di oggetti intorno a lui, e di cui egli sia la causa o l'oggetto.

244. Davanti al pericolo dell'ossessione, ci si chiede se l'essere medium non sia una cosa incresciosa. Non è forse la facoltà medianica che la provoca? In una parola, non costituisce ciò una prova dell'inconveniente delle comunicazioni spiritiste? Facile è la nostra risposta, e noi vi preghiamo di riflettere su di essa con attenzione.

Non sono né i medium né gli Spiritisti che hanno creato gli Spiriti, bensì gli Spiriti che hanno fatto sì che ci fossero degli Spiritisti e dei medium. Non essendo gli Spiriti altro che le anime degli uomini, gli Spiriti ci sono dunque da quando ci sono gli uomini. Di conseguenza, essi hanno da sempre esercitato la loro influenza salutare o perniciosa sull'umanità. La facoltà medianica non è per loro che un mezzo di manifestarsi. In mancanza di questa facoltà, essi lo fanno in mille altri modi più o meno occulti. Sarebbe perciò un errore credere che gli Spiriti esercitino la loro influenza solo attraverso delle comunicazioni scritte o verbali. Questa influenza è di tutti gli istanti, e quelli che non si occupano degli Spiriti, o che addirittura non vi credono, sono esposti a soffrire come gli altri e anche più degli altri, perché non hanno nulla con cui controbilanciarla. La medianità è per lo Spirito un mezzo per farsi conoscere; se egli è malvagio, per quanto possa essere ipocrita, si tradisce sempre. Si può dunque dire che la medianità permette di vedere il proprio nemico faccia a faccia — se ci si può esprimere così —, e di combatterlo, ciascuno con le sue armi. Senza questa facoltà, egli agisce nell'ombra e, grazie alla sua invisibilità, può fare, e in realtà fa, molto male. A quante azioni, per sua disgrazia, è spinto l'uomo, e quante avrebbe potuto evitarne se avesse avuto un mezzo a illuminarlo! Gli increduli non pensano di pronunciare una così grande verità quando di un uomo che delinque con ostinazione dicono: "È il suo cattivo genio che lo porta alla rovina". Così la conoscenza dello Spiritismo, lungi dal favorire il dominio dei cattivi Spiriti, deve avere per risultato — in un tempo più o meno prossimo, e quando tale conoscenza si sarà propagata — quello di distruggere questo dominio, dando a ciascuno i mezzi per mettersi in guardia contro le loro suggestioni. E colui che soccomberà non potrà che prendersela con sé stesso.

Regola generale: chiunque abbia cattive comunicazioni spiritiste, scritte o verbali, è sotto una cattiva influenza. Questa influenza si esercita su di lui, ch'egli scriva o non scriva, vale a dire che egli sia o non sia un medium, ch'egli creda o non creda. La scrittura offre un mezzo per assicurarsi riguardo alla natura degli Spiriti che agiscono su di lui, e per combatterli se si tratta di Spiriti malvagi, la qual cosa avviene con un successo ancora maggiore, quando si giunga a conoscere il motivo che li spinge ad agire così. Se egli è così cieco da non comprenderlo, altri possono aprirgli gli occhi.

Riassumendo, il pericolo non sta nello Spiritismo in sé stesso, poiché esso può, al contrario, servire da timone e preservarci dai rischi che continuamente corriamo a nostra insaputa. Il pericolo sta nell'orgogliosa propensione di certi medium di credersi, troppo alla leggera, gli strumenti esclusivi di Spiriti superiori. Il pericolo sta nella specie di fascinazione che non permette loro di capire le balordaggini di cui sono interpreti. Anche quelli che non sono medium possono cascarci. Facciamo un esempio. Un uomo ha un nemico segreto — ch'egli non conosce — il quale sparge contro di lui, surrettiziamente, la calunnia e tutto quanto la più nera malvagità può inventare. Egli vede la sua fortuna disperdersi, i suoi amici allontanarsi, la sua felicità intima intorbidarsi. Non potendo scoprire la mano che lo colpisce, egli non può difendersi e soccombe. Ma un giorno questo nemico segreto gli scrive e, malgrado la sua scaltrezza, si tradisce. Ecco, dunque, scoperto il suo nemico. Egli può ora metterlo alle corde e risollevarsi. Tale è il ruolo dei cattivi Spiriti, che lo Spiritismo ci dà la possibilità di conoscere e di smascherare.

245. I motivi dell'ossessione variano a seconda del carattere dello Spirito. A volte è una vendetta ch'egli esercita su un individuo dal quale fu offeso durante la sua vita o in un'altra esistenza. Spesso però egli non ha altra ragione che non sia il desiderio di fare del male: siccome egli soffre vuol far soffrire anche gli altri, trovando una specie di godimento a tormentarli, a vessarli. Così l'impazienza che uno può dimostrare lo eccita, perché tale è il suo scopo, mentre un altro può stancarlo con la pazienza. Irritandoci, mostrando il nostro dispetto, facciamo esattamente ciò ch'egli vuole. Questi Spiriti agiscono talvolta per odio e per invidia del bene; è per questo che essi gettano le loro occhiate malefiche sulle persone più oneste.

Uno di essi si attaccò come una tigna a una stimata famiglia di nostra conoscenza, che egli, del resto, non ebbe la soddisfazione di trarre in inganno. Essendogli stato chiesto il motivo per il quale si era attaccato a delle brave persone piuttosto che a degli uomini malvagi come lui, rispose: Questi qui non mi fanno invidia. Altri sono guidati da un sentimento di codardia, che li porta ad approfittare della fragilità morale di certi individui dei quali essi conoscono l'incapacità a resistere. A uno di questi ultimi, che soggiogava un giovane uomo dall'intelligenza assai limitata, fu chiesto quali motivi avevano guidato la sua scelta, ed egli ci rispose: Io ho un bisogno grandissimo di tormentare qualcuno; una persona raziocinante mi respingerebbe; e io mi attacco a un idiota che non mi oppone alcuna virtù.

246. Vi sono degli Spiriti ossessori senza cattiveria, che hanno perfino del buono, ma che posseggono anche l'orgoglio del falso sapere. Essi hanno le loro idee, i loro sistemi sulle scienze, l'economia sociale, la morale, la religione, la filosofia. Vogliono far prevalere le loro opinioni e cercano a tale scopo dei medium alquanto creduloni che le accettino a occhi chiusi, e che essi fascinano per impedir loro di discernere il vero dal falso. Sono questi i più pericolosi, perché i sofismi non costano loro niente e perché possono accreditare le teorie più ridicole. Siccome comprendono il prestigio dei grandi nomi, essi non si fanno alcuno scrupolo di adornarsi con uno di quei nomi davanti ai quali ci si inchina. Né indietreggiano davanti al sacrilegio di dirsi Gesù, la Vergine Maria o un santo venerato. Cercano di abbagliare per mezzo di un linguaggio ampolloso, più pretenzioso che profondo, irto di termini tecnici e ornato di grandi parole di carità e di morale. Essi si guarderanno bene dal dare un cattivo consiglio, perché sanno bene che sarebbero scacciati. E così quelli stessi che essi ingannano li difendono a oltranza dicendo: "Voi vedete bene che non dicono niente di male". Ma per loro la morale non è che un passaporto ed è il minore dei loro fastidi. Ciò che soprattutto essi vogliono è dominare e imporre le loro idee per quanto irragionevoli possano essere.

247.Gli Spiriti legati a sistemi sono generalmente degli scribacchini. È per questo ch'essi cercano i medium che scrivono con facilità e tentano anche di farne dei loro strumenti docili e soprattutto entusiasti, fascinandoli. Essi sono quasi sempre verbosi, molto prolissi, cercando di compensare la qualità con la quantità. Si compiacciono di dettare ai loro interpreti dei voluminosi scritti indigesti e spesso poco intelligibili, che fortunatamente hanno come antidoto l'impossibilità materiale di essere letti dalle masse. Gli Spiriti veramente superiori sono parchi di parole; dicono molte cose in poche parole. Ne consegue che quella fecondità prodigiosa deve sempre considerarsi sospetta.

Non si potrà mai essere abbastanza circospetti, quando si tratta di pubblicare simili scritti. Le utopie e le eccentricità, di cui spesso essi abbondano e che colpiscono il buon senso, producono una spiacevolissima impressione sugli individui ancora principianti, dando loro una falsa idea dello Spiritismo, senza contare che sono armi di cui si servono i suoi nemici per gettare la Dottrina nel ridicolo. Fra queste pubblicazioni, ve ne sono alcune che, pur non essendo cattive e pur non provenendo da un'ossessione, possono essere considerate imprudenti, intempestive o inopportune.

248. Accade assai spesso che un medium non può comunicare che con un solo Spirito, il quale si attacca a lui e risponde per quelli che vengono chiamati attraverso la sua intermediazione. Non sempre però si tratta di un'ossessione, perché ciò può concernere una mancanza di flessibilità da parte del medium, e un'affinità speciale, sempre da parte sua, per il tale o talaltro Spirito. Non c'è ossessione propriamente detta se non quando lo Spirito s'impone e allontana gli altri di sua volontà, la qual cosa non è mai opera di un buono Spirito. Generalmente, lo Spirito che s'impossessa del medium con l'intenzione di dominarlo non sopporta l'esame critico delle sue comunicazioni; quando si avvede che queste non sono accettate e sono messe in discussione, non si ritira, ma infonde nel medium il pensiero di isolarsi e spesso, anzi, glielo ordina. Ogni medium che si offenda per la critica delle comunicazioni che ottiene è l'eco dello Spirito che lo domina, e questo Spirito non può essere un buono Spirito, dal momento che gli ispira un pensiero illogico, cioè quello di sottrarsi all'esame. L'isolamento del medium è sempre cosa incresciosa per lui, poiché egli resta senza alcuna verifica delle comunicazioni che riceve. Non solo, dunque, deve illuminarsi attraverso l'opinione di terzi, ma gli è necessario studiare tutte le specie di comunicazioni per confrontarle. Limitandosi, invece, a quelle che ottiene, per quanto buone possano esse sembrargli, egli rischia di farsi delle illusioni sul loro valore, senza contare che non gli è dato di conoscere tutto, e che esse girano quasi sempre nello stesso cerchio. (Nº 192 – Medium Esclusivi)


Mezzi per combatterla


249. I mezzi per combattere l'ossessione variano a seconda del carattere ch'essa riveste. Il pericolo, però, non esiste realmente per ogni medium che sia più che convinto d'aver a che fare con uno Spirito mentitore, come avviene nell'ossessione semplice; questa per lui non è che una cosa sgradevole. Ma proprio perché per il medium ciò è sgradevole, per lo Spirito è una ragione di più per accanirsi su di lui e vessarlo. In questo caso due sono le cose essenziali da farsi: prima di tutto, provare allo Spirito che non si è la sua vittima e che gli sarà impossibile approfittare di noi; in secondo luogo, mettere a dura prova la sua pazienza mostrandoci più paziente di lui. Se egli è ben convinto che sta perdendo il suo tempo, finirà per ritirarsi; così come fanno gli importuni quando non si dà loro ascolto.

Ma ciò non sempre è sufficiente. Inoltre, può essere cosa lunga, poiché ve ne sono di tenaci, e per loro dei mesi e degli anni sono poca cosa. Il medium deve, inoltre, rivolgere un fervido appello al suo buon angelo, così come a quelli tra i buoni Spiriti che gli sono simpatici, e pregarli di assisterlo. Riguardo allo Spirito ossessore, per malvagio ch'egli sia, bisogna sì trattarlo con severità, ma anche con benevolenza, e cercare di vincerlo con le buone maniere, pregando per lui. S'egli è realmente perverso, sulle prime se ne farà beffe; ma poi, moralizzandolo con perseveranza, finirà per correggersi. È, questa, una conversione che bisogna intraprendere, un compito spesso penoso, ingrato e anche ripugnante, ma il cui merito sta nella difficoltà, e che, se ben portato a termine, dona sempre la soddisfazione di aver ricondotto sulla retta via un'anima perduta.

Egualmente conviene interrompere ogni comunicazione scritta non appena si riconosca ch'essa proviene da un cattivo Spirito che non vuole intender ragione, per non dargli la soddisfazione di essere ascoltato. In alcuni casi, può anche essere utile smettere di scrivere, almeno per un certo periodo; ci si regoli, insomma a seconda delle circostanze. Ma se il medium scrivente può evitare questi dialoghi, astenendosi dallo scrivere, la medesima cosa non avviene per il medium udente, che lo Spirito ossessore perseguita talvolta a ogni istante con le sue parole grossolane e oscene, e che non ha neppure il rimedio di tapparsi le orecchie. Del resto, bisogna riconoscere che certe persone sono divertite dal linguaggio triviale di questa specie di Spiriti, che esse incoraggiano e provocano ridendo delle loro idiozie, invece d'imporre loro il silenzio e di moralizzarli. I nostri consigli non possono applicarsi a quelli che vogliono affogarsi.

250. C'è dunque solo fastidio, e non pericolo, per ogni medium che non si lasci beffare, dal momento che non può essere ingannato. Riguardo alla fascinazione la cosa è del tutto diversa, perché allora il dominio che lo Spirito esercita su colui di cui egli s'impossessa non ha limiti. La solo cosa da farsi con la vittima è cercare di convincerla che è ingannata, e di ricondurre la sua ossessione al caso di ossessione semplice. Ma non sempre è facile, se talvolta non è addirittura impossibile. L'ascendente dello Spirito può essere tale da rendere il fascinato sordo a ogni specie di ragionamento, e può arrivare fino a farlo dubitare - quando lo Spirito commette qualche grossa eresia scientifica - se non sia la scienza a sbagliare. Come abbiamo già detto, egli accoglie generalmente malissimo i consigli; le critiche lo indispongono, lo irritano e gli fanno prendere in antipatia quanti non condividono la sua ammirazione. Sospettare il suo Spirito è quasi una profanazione ai suoi occhi, ed è tutto quello che lo Spirito chiede; perché ciò ch'egli vuole è che ci si metta in ginocchio davanti alla sua parola. Uno di essi esercitava su una persona di nostra conoscenza una fascinazione straordinaria. Noi l'abbiamo evocato e, dopo qualche spacconata, vedendo che non poteva ingannarci sulla sua identità, finì per confessare ch'egli non era quello di cui prendeva il nome. Avendogli domandato perché ingannasse così questa persona, egli ci rispose con queste parole, che illustrano perfettamente il carattere di tale specie di Spiriti: Io cercavo un uomo da poter prendere in giro; l'ho trovato e ci rimango. - Ma, se gli si mostreranno le cose come stanno, egli ci scaccerà. - È quello che vedremo!Siccome non c'è peggior cieco di colui che non vuol vedere, quando si riconosce l'inutilità di ogni tentativo per aprire gli occhi del fascinato, non v'è niente di meglio da farsi che abbandonarlo alle sue illusioni. Non si può guarire un malato che si ostini a tenersi il suo male e a compiacersene.

251. La soggiogazione corporale toglie sovente all'ossesso l'energia necessaria per dominare il cattivo Spirito, ed è per questo che occorre l'intervento di una terza persona, che agisca sia attraverso il magnetismo sia attraverso il dominio della sua volontà. In mancanza del concorso dell'ossesso, questa terza persona deve assumere l'ascendente sullo Spirito. Ma, siccome questo ascendente non può essere morale, è concesso esercitarlo solo a un essere moralmente superiore allo Spirito; il suo potere, inoltre, sarà tanto maggiore quanto maggiore sarà la sua superiorità morale, poiché s'impone allo Spirito, che è così costretto a inchinarsi davanti a lui. È per questo che Gesù aveva un così grande potere da scacciare quelli che allora erano chiamati i demoni, vale a dire i cattivi Spiriti ossessori.

Noi non possiamo dare qui che dei consigli generali, poiché non esiste alcun procedimento materiale - soprattutto non esiste alcuna formula né alcuna parola sacramentale - che abbia il potere di scacciare gli Spiriti ossessori. Ciò che a volte manca all'ossesso è una forza fluidica in misura sufficiente; in questo caso l'azione magnetica di un buon magnetizzatore può venirgli utilmente in aiuto. Del resto è sempre bene procurarsi, attraverso un medium di fiducia, i consigli di uno Spirito superiore o del proprio Angelo Custode.

252. Le imperfezioni morali dell'ossesso sono spesso un ostacolo alla sua liberazione. Eccovi un esempio notevole, che può servire all'istruzione di tutti.

Alcune sorelle erano, da un certo numero di anni, vittime di scompigli molto spiacevoli. I loro abiti venivano di continuo sparpagliati in tutti gli angoli della casa, e perfino sui tetti, dopo essere stati tagliati, sbrindellati e crivellati di buchi, nonostante esse avessero cura di metterli sempre sottochiave. Queste signore, relegate in una piccola località di provincia, non avevano mai inteso parlare di Spiritismo. Il loro primo pensiero fu naturalmente quello di credere di essere il bersaglio di qualche spiritoso di cattivo gusto; ma quella persistenza e le precauzioni ch'esse prendevano spazzarono loro via questa idea. Fu solo molto tempo dopo che esse, grazie ad alcune indicazioni, credettero bene di doversi rivolgere a noi per conoscere la causa di quei disastri e i mezzi per porvi rimedio, se era possibile. Sulla causa non v'erano dubbi, ma sul rimedio v'erano più difficoltà. Lo Spirito che si manifestava attraverso tali atti era evidentemente malevolo. Nell'evocazione, egli si mostrò di una grande perversità e inaccessibile a ogni buon sentimento. La preghiera sembrò tuttavia esercitare un'influenza salutare. Ma dopo qualche tempo di tregua, gli scompigli ricominciarono. Ecco, a questo proposito, il consiglio che diede uno Spirito superiore.

«La cosa migliore che queste signore devono fare è di pregare i loro Spiriti di non abbandonarle. E io non ho consiglio migliore da offrir loro che quello di discendere nel profondo della loro coscienza per confessarsi con sé stesse ed esaminare se hanno sempre praticato l'amore verso il prossimo e la carità. Io non parlo della carità che dà e distribuisce, ma parlo della carità della lingua; poiché esse, sfortunatamente, non sanno trattenere la loro e non dimostrano, coi loro atti di pietà, il desiderio che hanno di essere liberate da colui che le tormenta. Esse amano veramente troppo sparlare del loro prossimo, e lo Spirito che le assedia si prende la sua rivincita, poiché egli fu la loro vittima quando era in vita. Esse non hanno che da cercare nella loro memoria e ben presto vedranno con chi hanno a che fare.

Tuttavia, se riescono a migliorarsi, i loro Angeli Custodi si avvicineranno a esse, e la sola loro presenza sarà sufficiente per scacciare lo Spirito malvagio, il quale se l'è presa con una di esse soprattutto, dal momento che il suo Angelo Custode si è dovuto allontanare davanti ad atti biasimevoli e pensieri cattivi. Ciò di cui esse hanno bisogno sono fervide preghiere per coloro che soffrono, e soprattutto hanno bisogno della messa in pratica delle virtù, da Dio imposte a ciascuno, secondo la sua condizione.»

A seguito della nostra osservazione, che cioè queste parole ci sembravano un po' severe e che forse si sarebbero dovute addolcire per trasmetterle, lo Spirito aggiunse:

«Io devo dire ciò che dico e devo dirlo come lo dico, perché le persone in questione hanno l'abitudine di credere che non fanno del male con la lingua, mentre invece ne fanno, e molto. Ecco perché bisogna colpire il loro Spirito in maniera che ciò sia per esse un serio avvertimento.»

Deriva da ciò un insegnamento di grande portata, secondo cui le imperfezioni morali forniscono un'occasione agli Spiriti ossessori, e il mezzo più sicuro di sbarazzarsene è quello di attirare gli Spiriti buoni attraverso la pratica del bene. I buoni Spiriti hanno senza dubbio più potere di quelli malvagi, ed è sufficiente la loro volontà per allontanare questi ultimi. Ma essi non assistono che quelli che li assecondano con gli sforzi che compiono per migliorarsi, altrimenti si allontanano e lasciano campo libero ai cattivi Spiriti che diventano così, in certi casi, strumenti di punizione, poiché i buoni Spiriti li lasciano agire con questo scopo.

253.Bisogna, del resto, guardarsi dall'attribuire all'azione diretta degli Spiriti tutte le contrarietà che possono capitare. Queste contrarietà sono spesso la conseguenza o dell'incuria o della sconsideratezza. Un coltivatore ci fece scrivere un giorno che da dodici anni gli capitava ogni sorta di disgrazia riguardo al suo bestiame. Ora erano le sue vacche che morivano o non davano più latte; ora erano i suoi cavalli, ora i suoi montoni o i suoi maiali. Egli fece novenie a non finire, le quali non posero rimedio al male, non più delle messe ch'egli fece dire, non più degli esorcismi ch'egli fece praticare. Allora, secondo il pregiudizio delle campagne, egli si persuase che qualcuno aveva gettato un sortilegio sulle sue bestie. Egli, credendoci sicuramente dotati di un potere di scongiuro più grande di quello del curato del suo villaggio, ci fece chiedere il nostro parere. Ecco, qui di seguito, la risposta che abbiamo ottenuta.

«La mortalità o le malattie del bestiame di questo uomo dipendono dal fatto che le sue stalle sono infette, e che egli non le fa risanare, perché questo costa.”

254. Noi termineremo questo capitolo con le risposte date dagli Spiritiad alcune domande, e che vengono a sostegno di ciò che abbiamo detto.

1. Perché certi medium non possono sbarazzarsi degli Spiriti malvagi che si attaccano a loro? E perché i buoni Spiriti che quelli invocano non sono abbastanza potenti da allontanare gli altri e comunicare direttamente?

«Non è il potere che manca al buono Spirito, spesso è il medium che non è abbastanza forte da assecondarlo. La sua natura si presta meglio a certi rapporti; il suo fluido si identifica più con uno Spirito che con un altro. Ed è questo che dà un così grande potere a coloro che vogliono abusarne.»

2. Ci sembra, tuttavia, che ci siano persone molto meritevoli, d'una moralità irreprensibile, e che tuttavia sono impedite a comunicare con i buoni Spiriti?

«Questa è una prova. E chi vi dice, d'altro canto, che il cuore di queste persone non sia un po’ intaccato dal male? Che l'orgoglio non domini un po' l'apparenza di bontà? Queste prove, mostrando all'ossesso la sua debolezza, devono farlo ritornare verso l'umiltà.

C'è forse qualcuno sulla Terra che possa dirsi perfetto? E il tale che abbia tutte le apparenze della virtù può ben avere ancora dei difetti nascosti, un antico fermento d'imperfezione. Così, per esempio, di colui che non fa affatto del male, voi dite che è leale nei suoi rapporti sociali: "È un uomo bravo e degno". Ma sapete voi se queste buone qualità non siano oscurate dall'orgoglio? Se non ci sia in lui un fondo d'egoismo? Sapete voi se non sia lui avaro, geloso, rancoroso, maldicente e cento altre cose di cui voi non vi accorgete, perché i vostri rapporti con lui non ve ne hanno data l'occasione? Il mezzo più potente per combattere l'influenza dei cattivi Spiriti è quello di avvicinarsi il più possibile alla natura dei buoni.»

3. L'ossessione che si oppone acché un medium ottenga le comunicazioni che desidera è sempre un segnale della sua indegnità?

«Io non ho detto che sia un segno d'indegnità, ma ho detto che un ostacolo può opporsi a certe comunicazioni. È a rimuovere l'ostacolo ch'è in lui ch'egli deve applicarsi; senza ciò, le sue preghiere, le sue suppliche non risolveranno nulla. Non è sufficiente che un malato dica al suo medico: "Mi dia la salute; io voglio star bene". Il medico non può nulla se il malato non fa ciò che è necessario.»

4. Così l'impossibilità di comunicare con certi Spiriti sarebbe una specie di punizione?

«In certi casi, ciò può essere una vera punizione, così come la possibilità di comunicare con loro è una ricompensa che voi dovete sforzarvi di meritare» (vedere "Perdita e sospensione della medianità", n. 220).

5. Non si può anche combattere l'influenza dei cattivi Spiriti moralizzandoli?

«Sì. È ciò che non si fa, ed è ciò che non bisognerebbe dimenticare di fare. Infatti, spesso, questo è un compito che vi viene assegnato e che voi dovete compiere caritatevolmente e religiosamente. Con saggi consigli si può spingerli al pentimento e accelerare così il loro avanzamento.»

— Come può un uomo avere, sotto questo aspetto, più influenza di quanta non ne abbiano gli Spiriti stessi?

«Gli Spiriti perversi si avvicinano a degli uomini che essi cercano di tormentare, piuttosto che a degli Spiriti, da cui si allontanano il più possibile. In questo ravvicinamento con gli umani, quando incontrano quelli che li moralizzano, essi sulle prime non li ascoltano e ne ridono; poi, se si sanno prendere per il giusto verso, finiscono per lasciarsi commuovere. Gli Spiriti elevati non possono parlar loro che in nome di Dio, e ciò li sgomenta. L'uomo non ha certamente più potere degli Spiriti superiori, ma il suo linguaggio s'identifica meglio con la loro natura. E vedendo l'ascendente ch'egli può esercitare sugli Spiriti inferiori, comprende meglio la solidarietà che esiste tra il Cielo e la Terra.

Del resto, l'ascendente che l'uomo può esercitare sugli Spiriti è proporzionale alla sua superiorità morale. Egli non domina gli Spiriti superiori, neppure quelli che, senza essere superiori, sono buoni e benevoli, però egli può dominare gli Spiriti che sono inferiori a lui in moralità» (vedere n. 279).

6. La soggiogazione corporale, spinta a un certo livello, potrebbe avere come conseguenza la follia?

«Sì. Si tratta di una specie di follia la cui causa è sconosciuta al mondo, ma che non ha alcuna connessione con la follia ordinaria. Fra quelli che sono trattati come matti, ce ne sono molti che non sono altro che dei soggiogati. Occorrerebbe loro un trattamento morale, mentre li si rende veramente folli con i trattamenti corporali. Quando i medici conosceranno bene lo Spiritismo, saranno in grado di fare questa distinzione e in tal modo guariranno più malati così che con le docce» (vedere n.221).

7. Che cosa si deve pensare di coloro che, vedendo un qualsiasi pericolo nello Spiritismo, credono che il mezzo migliore per prevenirlo sia quello d'interdire le comunicazioni spiritiste?

«Se costoro possono vietare a certe persone di comunicare con gli Spiriti, essi non possono impedire le manifestazioni spontanee fatte a queste medesime persone, dal momento che essi non possono sopprimere gli Spiriti, né impedire loro una occulta influenza. Ciò assomiglia tanto a quei bambini che si coprono gli occhi e credono che non li si veda. Sarebbe follia voler sopprimere una cosa che offre grandi vantaggi, solo perché degli sconsiderati potrebbero abusarne. Il mezzo per prevenire questi inconvenienti è, al contrario, far conoscere a fondo questa cosa.»