5. Resta ora una questione,
quella cioè di sapere se lo Spirito può entrare in comunicazione con
l'uomo, vale a dire se può avere con lui uno scambio di pensieri. E
perché no? Che cos'è l'uomo se non uno Spirito imprigionato in un corpo?
Perché lo Spirito libero non dovrebbe poter entrare in comunicazione
con lo Spirito prigioniero, così come l'uomo libero con quello che è
incatenato? Dal momento che ammettete la sopravvivenza dell'anima, è
razionale non ammettere la sopravvivenza degli affetti? Poiché le anime
sono dappertutto, non è forse naturale pensare che quella di un essere
il quale ci abbia amato durante la sua vita venga vicino a noi, che
desideri entrare in comunicazione con noi, e che si serva per questo dei
mezzi che sono a sua disposizione? Durante la sua vita non agiva forse
sulla materia del suo corpo? Non ne dirigeva i movimenti? Perché dunque,
dopo la sua morte, d'accordo con un altro Spirito legato a un corpo,
non dovrebbe prendere a prestito questo corpo vivente, per manifestare
il suo pensiero, così come un muto può servirsi di un uomo che parla per
farsi comprendere?