147. Poiché la possibilità
di scrivere senza intermediario è uno degli attributi dello Spirito,
poiché gli Spiriti sono esistiti in ogni tempo e in ogni tempo hanno
prodotto i diversi fenomeni che conosciamo, essi hanno dovuto egualmente
produrre la scrittura diretta, nell'antichità come ai nostri giorni. Ed
è così che si può spiegare l'apparizione delle tre parole nella sala
del banchetto di Baldassarre. Il Medioevo, così fecondo in prodigi
occulti, che furono però soffocati sotto i roghi, dovette conoscere
anche la scrittura diretta. E forse si potrebbe trovare, nella teoria
delle modificazioni — secondo cui gli Spiriti possono operare sulla
materia, e che noi abbiamo sviluppato nel capitolo VIII —, il principio
della credenza nella trasmutazione dei metalli.
Tralasciando i
risultati ottenuti nelle diverse epoche, è solo dopo la volgarizzazione
delle manifestazioni spiritiste che nasce seriamente la questione della
scrittura diretta. Sembra che il primo ad averla fatta conoscere a
Parigi in questi ultimi anni sia stato il barone de Guldenstubbe, il
quale ha pubblicato su questo argomento un'opera molto interessante,
contenente un gran numero di facsimili di scritture ch'egli era riuscito
a ottenere. [11] Già da qualche tempo, il fenomeno era conosciuto in
America. La posizione sociale del barone de Guldenstubbe, la sua
indipendenza, la considerazione di cui egli gode nelle sfere più elevate
allontanano incontestabilmente ogni sospetto di frode volontaria,
perché egli non può essere mosso da alcun motivo di interesse. Si
potrebbe credere, tutt'al più che sia lui stesso vittima di una
illusione. Ma a ciò risponde con perentorietà un fatto: il conseguimento
del medesimo fenomeno da parte di altre persone, che si erano
circondate di tutte le precauzioni necessarie per evitare ogni inganno e
ogni causa d'errore.
[11] La réalité des Esprits et de leurs manifestations, dimostrata dal fenomeno della scrittura diretta; del barone de Guldenstubbe, 1 vol. in 8°, con 15 stampe e 93 facsimili.